dalla lombardia

Cronicità, Racca: farmacia asset cruciale per gestori e pazienti

11 Maggio 2018

Nel Piano regionale lombardo della cronicità le farmacie del territorio trovano uno spazio cruciale, perché soltanto loro possono assicurare l’erogazione di servizi di prossimità che assicurano l’aderenza alle terapie e sgravano le strutture ospedaliere delle attività meno complesse. E’ una delle risultanze che emergono dal convegno organizzato ieri a Milano da Motore Sanità per fare il punto sulla cosiddetta Presa in carico, la riforma sanitaria regionale che ha ridisegnato l’assistenza al paziente cronico. Partito a gennaio, il nuovo modello sta procedendo con il passo misurato che impongono tutte le innovazioni di sistema: 100mila i pazienti arruolati fino a questo momento, 2.570 i medici di famiglia che – organizzati in cooperativa – hanno aderito al sistema in qualità di gestore, colui cioè che deve accompagnare passo dopo passo il cronico nei suoi percorsi di cura.

Non mancano le criticità, come ha riferito nel suo intervento Gabriella Levato, segretario di Fimmg Lombardia (la Federazione dei medici di mg): «Le nuove norme sulla privacy, in vigore dal 25 maggio, ci imporranno integrazioni al consenso informato rilasciato dagli assistiti. Poi c’è il problema delle prenotazioni Cup di visite ed esami: molti erogatori ancora non ci hanno messo a disposizione le loro agende, dunque non riusciamo a prenotare gli esami previsti dai Piani di assistenza individuali (Pai)». In ogni caso, ha detto Davide Lauri, presidente della Cooperativa Milano Centro, «la riforma offre diverse opportunità per un rinnovamento e una riqualificazione professionale della medicina generale».

Anche la farmacia può ritagliarsi nella Presa in carico uno spazio di primo piano: come ha spiegato nella sua relazione Luigi Zocchi, segretario di Federfarma Lombardia, sono molti i servizi che le farmacie possono erogare al paziente cronico nell’ambito del Pai e per conto dei gestori. «Si va dal monitoraggio dell’aderenza terapeutica alle analisi di prima istanza, dai programmi di screening alla telemedicina, dalla diagnostica di base – come monitoraggio della pressione, spirometria e saturazione dell’ossigeno – alla stampa in farmacia del promemoria». Ovviamente, le attenzioni sono rivolte innanzitutto sull’aderenza terapeutica: «Garantire la compliance sarà una delle principali preoccupazioni del sistema e dei gestori» ha ricordato Zocchi «e per garantirla le farmacie lombarde sono pronte a mettere sul campo servizi innovativi come la ripartizione dei farmaci dispensati in pilloliere settimanali, per agevolare l’assunzione da parte dei malati in multiterapia». «Il farmacista» ha ribadito nel suo intervento Giuseppe Fornasa, segretario del Comitato rurale lombardo «può essere un collaboratore prezioso nell’ambito del Pai. In particolar modo il farmacista rurale, che rimane ormai l’unica figura a presidiare veramente i piccoli paesi». A conferma, Fornasa ha proposto alla platea il contratto-tipo con cui Federfarma Lombardia sta negoziando acconrdi e convenzioni davanti a diverse Aziende sanitarie e ospedaliere.

Perché le farmacie possano fare la loro parte nell’ambito della Presa in carico, tuttavia, occorre assicurare la circolazione dei dati. «Abbiamo bisogno che nel Fascicolo sanitario elettronico venga aperto il Dossier farmaceutico, per permettere al farmacista di registrare e monitorare i consumi» ha ricordato la presidente di Federfarma regionale, Annarosa Racca «e la Regione può farlo in via sperimentale anche se le norme nazionali ancora mancano». Il passaggio, ha avvertito, è ineludibile, perché «le farmacie vogliono monitorare l’aderenza terapeutica per tutti i gestori, non solo per alcuni»

Anche la stampa in farmacia del promemoria può essere un servizio di forte interesse per gestori e pazienti. «Molte cooperative dei medici ce l’hanno già chiesto» ha detto Racca «il servizio eviterebbe agli assistiti il fastidio di recarsi dal medico o in ospedale per ripetere la ricetta, lasciando il malato libero di scegliere la farmacia cui rivolgersi». In ogni caso, ha concluso la presidente di Federfarma Lombardia «le farmacie sono pronte a fornire la massima collaborazione nell’ambito della Presa in carico. Siamo convinti che il nostro contributo a gestori e pazienti sia decisivo per il buon funzionamento del sistema, non a caso abbiamo già firmato diversi protocolli di collaborazione sia con le Ats (le Asl lombarde, ndr) sia con alcuni gestori, con l’obiettivo di fornire servizi e informazioni. Passare dalla farmacia vuol dire permettere al malato cronico di effettuare i controlli legati alla sua patologia senza allontanarsi troppo da casa o dal posto di lavoro».

In molti, tra i relatori del convegno, hanno confermato le considerazioni della presidente Racca. «Molte delle attività che facciamo in ospedale» ha detto Stefano Carugo, direttore di Cardiologia dell’Asst (la nuova sigla delle Aziende ospedaliere lombarde) Santi Pietro e Paolo «possono essere tranquillamente delegate alle farmacie». Forte interesse per l’aderenza terapeutica in farmacia e il pilloliere da Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio regionale lombardo: «Per i pazienti che assumono ogni giorno anche dieci farmaci» ha detto nel suo intervento «è un servizio di straordinaria utilità».

«Stiamo mettendo concretamente in atto una vera e propria rivoluzione culturale» ha detto l’assessore regionale al welfare, Giulio Gallera, nell’intervento che ha chiuso il convegno «e come tutti i cambiamenti provoca delle resistenze. Il nostro obiettivo è preservare il sistema universalistico che a causa di continui tagli rischia di essere compromesso. La nostra riforma non può certo risolvere questi problemi, ma attraverso un miglior utilizzo delle risorse e una riorganizzazione della presa in carico dei pazienti cronici, che assorbono il 70% della spesa, cerchiamo di contenere i danni. Abbiamo messo in piedi una sperimentazione, che come tale ha margini di miglioramento. Siamo qui per ascoltare e collaborare con chiunque apporti contributi perché non stiamo percorrendo un sentiero poco battuto, ne stiamo tracciando uno completamente nuovo. Siamo sicuri che solo una Regione visionaria come la Lombardia possa compiere questa impresa e mettere in piedi un modello da emulare e replicare in tutta Italia».