dalla lombardia

Simg: mancano 1.400 mmg, associazionismo è la risposta

22 Maggio 2024

In Lombardia mancano 1.435 medici di famiglia, in peggioramento rispetto al 2023 quando le carenze si fermavano a 1.326 mmg. I dati arrivano dalla ricognizione periodica che la Regione effettua attraverso le Asst territoriali e sono stati rilanciati dalla Simg, la Società italiana di medicina generale, che il 25 maggio ad Assago, alle porte di Milano, apre il suo congresso regionale.

«In questa fase, in Lombardia come nel resto d’Italia, c’è un problema numerico» osserva Massimiliano Franco, presidente congressuale «sia nella medicina generale sia in molte specialità non ci sono medici sufficienti per coprire le posizioni scoperte. Nella provincia di Pavia, per esempio, quest’anno su 25 posti disponibili per il corso triennale di formazione in mg ne sono stati occupati solo 8. A inizio maggio, sempre a Pavia, su 74 posizioni aperte nei cosiddetti ambiti carenti di assistenza primaria, ne sono state occupate solo 6: oltre il 90% è rimasto vacante».

Bisognerà aspettare il 2030 per vedere un’inversione di tendenza, ma resteranno altri problemi: a parte la formazione dei medici che usciranno dalle università, occorrerà rendere la medicina del territorio più attrattiva, che non significa soltanto meglio remunerata. «L’associazionismo è il futuro della mg» commenta Franco «le forme associative avanzate sono già una realtà, con accorpamenti che vanno da un minimo di tre medici a un massimo di 15. Spesso ci sono degli ostacoli, come la reperibilità di spazi adeguati nei grandi centri e la scarsità di clinici nelle aree meno densamente popolate. L’aggregazione necessita quindi di un contributo organizzativo dalle Asst, che dovrebbero incoraggiare questo approccio e fornire personale di studio e infermieristico, al fine di rendere più efficace il lavoro sul territorio con ogni figura professionale preposta allo svolgimento dei propri compiti».

A tale scopo, la Simg ha offerto il proprio contributo all’approvazione delle Linee guida per la gestione sul territorio del paziente fragile e, in Lombardia, alla stesura del Piano diagnostico-terapeutico (Pdta) sulle demenze. Tuttavia, conclude la società scientifica, questo percorso si potrà coronare con un successo solo se vi sarà una ridefinizione del modello professionale della medicina del territorio in collaborazione con le decisioni di politica sanitaria.