La delibera era stata approvata a fine giugno ma accende davvero i motori soltanto adesso la sperimentazione abruzzese della farmacia dei servizi. Il via ufficiale lo dà la nota stampa diffusa ieri dall’assessore alla Salute della Regione, Nicoletta Verì, che ricorda i numeri dell’operazione: più di 1,2 milioni il finanziamento disponibile (da spendere entro la fine dell’anno, quindi in quattro mesi) e 396 le farmacie registrate sulla piattaforma (di Promofarma) che farà da supposto alle diverse attività previuste nell’ambito della sperimentazione (ma il totale è ancora “ballerino” al momento).
«Le farmacie che aderiscono» spiega la nota regionale «forniranno a titolo gratuito (cioè in regime rimborsato, ndr) servizi cognitivi di monitoraggio dell’aderenza alla terapia e ricognizione farmacologica per i pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), telemedicina (elettrocardiogramma, holter pressorio e holter cardiaco), screening del tumore del colon-retto e vaccinazioni covid-19». L’accesso dei pazienti ai servizi di telemedicina, in particolare, «prevede la prescrizione da parte del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta su ricetta rossa Ssn o su carta bianca intestata».
Non tutti risolti, però, i problemi che hanno ritardato la partenza delle attività, tant’è vero che dalle farmacie fanno sapere di attendere ancora la stipula da parte delle Asl dell’accordo sullo screening del colon retto. «Per diversi mesi c’è stato un rimpallo tra Regione e aziende sanitarie su chi avesse la titolarità dei dati dei pazienti» spiega a FPress Alfredo Orlandi, segretario di Federfarma Abruzzo e presidente di Federfarma L’Aquila «alla fine si è optato per una soluzione pasticciata che costringe le farmacie a oneri burocratici non indifferenti e obbliga i pazienti a usare smartphone e codici otp. Questa è una regione prevalentemente rurale, né i pazienti né i farmacisti sono preparati a questo genere di cose».