Se la Regione non disciplinerà prescrizione e distribuzione dei farmaci post-dimissione o successive a visita specialistica, i medici di famiglia abruzzesi si rifiuteranno di trascrivere su ricettario Ssn i farmaci prescritti dai medici delle strutture ospedaliere territoriali, pubbliche o private/convenzionate. È la minaccia contenuta nella lettera che la Federazione medici del territorio (Fmt) ha inviato nei giorni scorsi all’assessorato alla Salute e alla presidenza della Regione dopo le disposizioni impartite alle Asl per ridurre lo sfondamento della spesa farmaceutica convenzionata.
I medici di famiglia, avverte la Fmt, vengono colpevolizzati con l’accusa di essere “altospendenti” e sempre più spesso sono chiamati dalle Asl a rimborsare le ricette prescritte. Si dimentica, tuttavia, che resta ancora inapplicata una delibera commissariale del 2011 che imponeva alle Asl di «disciplinare attraverso un’apposita convenzione le modalità di accesso al farmaco per i pazienti in dimissione da ricovero o visita specialistica dalle strutture ospedaliere private convenzionate», in modo da potenziare la distribuzione diretta.
Nonostante le numerose segnalazioni, continua la Fmt, le strutture ospedaliere private convenzionate ancora «costringono i pazienti in dimissione o dopo visita specialistica a rivolgersi ai propri medici di famiglia e ai propri pediatri di libera scelta per ottenere la prescrizione di farmaci da loro consigliati, spesso ad alto costo». In aggiunta, pesa la «discontinuità della distribuzione diretta da parte delle strutture ospedaliere pubbliche della nostra Regione, spesso dovuta alla carenza cronica di personale nelle piante organiche delle farmacie ospedaliere e a insufficiente organizzazione dei servizi ospedalieri».
Per la Fmt, in sostanza, sarebbero queste le cause principali dello sfondamento della spesa farmaceutica registrato in Abruzzo nel 2023, per il quale a luglio l’assessorato aveva chiesto alle Asl piani specifici per rientrare dal deficit. La Fmt, dunque, invita l’assessorato alla Salute «a chiedere ai Direttori Generali delle Asl di procedere al più presto, entro quindici giorni dalla ricezione di questa nota, a predisporre i provvedimenti necessari per procedere alla stipula delle convenzioni di cui alla delibera del 2011», pena l’interruzione dell’attività prescrittiva indotta dagli specialisti. «Contemporaneamente, per tutelare i medici del territorio, ricorreremo anche a segnalare tale inosservanza ai Ministeri di riferimento e agli Organi contabili preposti per la valutazione del “danno erariale” determinatosi».