C’è l’accordo tra Provincia autonoma di Bolzano e farmacie del territorio per rendere più accessibile lo screening del colon retto. Con una delibera approvata la settimana scorsa, la Giunta altoatesina ha definito requisiti e procedure per la consegna dei kit nelle farmacie convenzionate e autorizzato la stipula dell’intesa operativa con le rappresentanze professionali. Alle farmacie sarà riconosciuto un compenso di 2,50 euro per ogni kit consegnato, mentre il bilancio provinciale prevede uno stanziamento annuo complessivo di 75mila euro per coprire i costi della registrazione dei dati, dell’informazione ai cittadini e del trattamento privacy. L’assessore alla Prevenzione sanitaria e Salute, Hubert Messner, sintetizza così gli obiettivi del progetto: «Il riconoscimento tempestivo salva vite. Ecco perché è importante la prevenzione e, attraverso la consegna dei kit nelle farmacie, diventa più facile accedere allo screening. Inoltre, attraverso le farmacie, si accende un faro sull’importanza della prevenzione».
Il programma rientra nel percorso avviato dall’Azienda sanitaria altoatesina per rafforzare la diagnosi precoce del tumore al colon-retto, patologia su cui negli ultimi anni sono state sviluppate numerose iniziative di sensibilizzazione. L’accordo interviene sulla fase iniziale del processo, quella dell’adesione allo screening: tutte le persone tra 50 e 69 anni che ricevono l’invito biennale potranno ritirare il kit direttamente in farmacia, senza passaggi aggiuntivi e con la possibilità di ottenere sul posto chiarimenti e istruzioni. Una delle novità introdotte riguarda la consegna, al momento del ritiro, di un foglietto illustrativo che spiega in modo pratico come eseguire correttamente il test e come conservare il campione, un supporto pensato per ridurre errori e incoraggiare una partecipazione informata.
Il personale delle farmacie sarà coinvolto anche nella gestione amministrativa dell’intervento: dovrà raccogliere e inserire in un sistema digitale i dati essenziali dei partecipanti e fornire risposte alle domande degli utenti, assumendo di fatto il ruolo di primo interlocutore per chi aderisce allo screening. Secondo la Giunta provinciale, il coinvolgimento capillare della rete farmaceutica consentirà di avvicinare il servizio ai cittadini, aumentando la probabilità di risposta agli inviti e potenziando l’efficacia complessiva del programma.