Manca poco al concorso ordinario campano del 2009 per battere il primato della mitica Tela di Penelope: a forza di fare e disfare la consorte di Ulisse tirò avanti vent’anni, la Regione è arrivata quasi quindici e potrebbe allungare ancora. Tutto dipende da come si metterà il VII interpello, concluso la settimana scorsa sulla base del decreto dirigenziale licenziato il 22 ottobre: il rischio di ricorsi è una spada di Damocle sempre incombente su ogni tappa della procedura, così come sono continue le rettifiche degli uffici regionali: vedasi il decreto citato poco sopra, emanato a correzione dell’analogo provvedimento risalente al primo agosto.
A scorrerlo si resta impressionati dalla progressione del concorso, che per lentezza fa a gara con le lumache: il bando per titoli ed esami era stato emanato il 6 febbraio 2009 e poi rettificato il 17 dello tesso mese; al marzo del 2016 risale l’approvazione della graduatoria definitiva, rettificata nel dicembre dello stesso anno; le modalità di svolgimento dell’interpello sono adottate nel febbraio 2017, quindi nell’agosto successivo scatta l’aggiornamento della graduatoria per il secondo interpello; un anno dopo nuovo aggiornamento per il terzo interpello, quindi nel dicembre 2019 ulteriore manutenzione della graduatoria per il quarto; poco più di un anno dopo, nel marzo 2021, segue il quinti interpello e nel luglio 2022 il sesto.
Ora, come detto, il settimo interpello, con delibera dirigenziale rettificata tra agosto e ottobre per l’inserimento in graduatoria di un candidato inizialmente escluso. Tre in tutto le sedi da assegnare, “resti” vacanti delle assegnazioni precedenti (il bando del 2009 metteva a concorso novanta farmacie in tutto): Castelfranco in Miscano (Benevento), Orta di Atella (Caserta) e Melito (Napoli).
Del concorso straordinario della Regione Campania, ancora in corso, meglio non chiedere. In fondo