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Campegine (Reggio Emilia): il Tar stoppa nuova farmacia comunale. «Unico fine, gli utili»

25 Novembre 2025

Sta facendo discutere la vicenda della farmacia comunale di Campegine, comune di circa cinquemila abitanti in provincia di Reggio Emilia, stoppata dal Tar a una decina di giorni dall’inaugurazione su ricorso della farmacia privata che serve il paese. Una storia, come riferisce la stampa locale, segnata da scelte urbanistiche contestate e duelli di carte bollate.

Il nodo centrale, a quanto si deduce dalla sentenza, sta nell’istruttoria istruita dal comune per l’istituzione della nuova sede. La normativa, come noto, impone non soltanto il rispetto di criteri demografici severi, ma anche una valutazione puntuale dei bisogni del territorio, della distribuzione dei servizi e dell’accessibilità. Nel caso di Campegine, la delibera comunale è stata giudicata dal Tar «sprovvista di un’adeguata istruttoria» e «motivata apoditticamente», perché fondata essenzialmente su un presupposto finalistico, «l’utile del Comune», senza un’analisi approfondita delle reali esigenze della popolazione. I giudici parlano di «cattivo esercizio del potere amministrativo», contestando il fatto che l’amministrazione non abbia spiegato perché collocare la nuova farmacia nel capoluogo, a circa 200 metri dall’unica sede esistente, invece che a Caprara, frazione dove opera oggi un dispensario farmaceutico.

Proprio su questo punto si erano espressi anche Asl e Ordine dei farmacisti: pur dando parere favorevole alla revisione della pianta organica, avevano indicato Caprara come area più coerente con gli obiettivi di riequilibrio territoriale, ricordando che «il dispensario costituisce un rimedio temporaneamente suppletivo». Secondo il Tar, tali indicazioni non sono state adeguatamente considerate negli atti comunali. Inoltre, la scelta di collegare la farmacia a un futuro centro medico è stata ritenuta estranea alle finalità previste dalla legge per la localizzazione delle sedi farmaceutiche; i giudici aggiungono che su questa ipotesi «l’Asl, istituzione competente sulla distribuzione del Servizio sanitario, non risulta aver dato alcuna approvazione o parere positivo».

La vicenda nasce alla fine del 2024, quando il Comune aveva tentato di acquistare all’asta l’ex sede Coop per realizzarvi la farmacia comunale e i nuovi ambulatori dei medici di base. L’immobile era stato però aggiudicato alla titolare della farmacia privata, così l’amministrazione aveva individuato una sede alternativa nell’ex forno Cavatorti, in via Amendola. I lavori di ristrutturazione erano partiti subito a ruota e l’inaugurazione fissata per il 24 novembre. La farmacia, però, ha impugnato la delibera istitutiva della nuova farmacia e si è vista dare ragione dal Tar (che ha condannato il comune a una sanzione di 4mila euro).

Il sindaco Alessandro Spanò ha definito la sentenza un colpo inatteso e ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato: «Metteremo in discussione questa pronuncia, perché sappiamo di aver agito nel pieno interesse della nostra collettività. I pareri ritenuti vincolanti per l’apertura della farmacia sono stati rispettati, l’iter amministrativo seguito in ogni sua scadenza». Intanto i lavori all’ex forno Cavatorti restano congelati e l’apertura della farmacia comunale è sospesa «a data da destinarsi».