dalle regioni

Decreto Aiuti bis, Piemonte e Liguria contro criteri per il riparto del Fondo Ssn

24 Settembre 2022

Il decreto Aiuti bis è ormai legge (il testo di conversione è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di mercoledì scorso, 21 settembre) ma ad alcuni governatori non piacciono le norme che modificano il riparto del Fondo sanitario 2022 favorendo le Regioni dalla popolazione più “giovane”. Il tema non è frivolo perché è sufficiente ritoccare di qualche punto percentuale i parametri che definiscono la distribuzione dei fondi per dare o togliere ai servizi sanitari regionali diverse centinaia di milioni (con riflessi anche sui tetti regionali della spesa farmaceutica). È ciò che fa il decreto 115/2022, che all’articolo 19 limita all’85% del Fondo sanitario il riparto per fabbisogno sanitario standard e dispone per la quota restante del 15% la ripartizione in base alla popolazione residente.

La norma riguardava originariamente il 2021 soltanto, ad agosto il decreto Aiuti bis l’ha prorogata anche per il 2022. Ma ad alcune Regioni – quelle dove prevale la popolazione anziana, che storicamente consuma più risorse – la novità non è piaciuta. È il caso del Piemonte: nella seduta della Conferenza unificata della settimana scorsa, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha espresso la propria contrarietà alla modifica e se l’è presa con «il principio secondo cui uno vale uno, che tanti danni ha già fatto al nostro paese e qui colpisce gli anziani, perché sono proprio gli anziani e non i giovani, come tutti possono facilmente constatare, i più bisognosi di cure».

La Regione Piemonte, ha quindi avvertito Icardi, «formalizzerà la difesa degli interessi della propria popolazione anziana, impugnando il provvedimento nelle sedi di competenza istituzionale. Disconoscere per logiche di palazzo il bisogno di cure agli anziani non è accettabile, perché è contro quell’uguaglianza che rappresenta uno dei principi cardine della nostra Costituzione».

Critica nei confronti del provvedimento anche la Regione Liguria: «Viene meno l’accordo che applicava il criterio 85-15% solo per l’esercizio 2021, penalizzando le regioni con la maggiore percentuale di popolazione anziana come Liguria e Piemonte. Vengono invece favorite quelle con prevalenza di giovani come la Campania. La popolazione anziana necessita di una maggiore assistenza sanitaria e a fronte di maggiori bisogni non si possono assegnare minori risorse».