Sarà il servizio farmaceutico dell’Azienda sanitaria unica delle Marche (Asur) a condurre gli adempimenti istruttori di cui necessita il Tar dell’Emilia Romagna per decidere sul ricorso che, in materia di distribuzione diretta, contrappone Federfarma Rimini da una parte e Asl più Regione dall’altra. E’ quanto hanno deciso i giudizi amministrativi nell’ultima udienza di una querelle giudiziaria che muove i primi passi nel 2013. E’ in quell’anno, infatti, che l’associazione provinciale dei titolari ricorre al Tribunale di Rimini per contestare all’Azienda sanitaria la violazione dell’accordo regionale sulla dpc: in sostanza, l’Asl avrebbe superato i tetti pattuiti sul numero di pezzi distribuiti dalle strutture pubbliche e non avrebbe raggiunto i volumi minimi di dpc previsti dall’intesa.
Accertata la propria incompetenza sulla materia, il Tribunale rimette la questione al giudice amministrativo, che nell’udienza del novembre 2016 respinge le argomentazioni di Asl e Regione (l’accordo sulla dpc non fissa soltanto obiettivi programmatici ma pone «a carico dell’amministrazione sanitaria precisi obblighi nei confronti delle farmacie», scrivono i giudici) e chiede ad azienda sanitaria e Federfarma dati dettagliati sui pezzi distribuiti in diretta e in dpc e sulla mancata riscossione del ticket da parte delle strutture pubbliche. Un anno dopo, nell’ottobre 2017, il Tar rinnova la richiesta di dati e decide di avviare «un’istruttoria da eseguirsi in contraddittorio tra le parti» davanti al Collegio sindacale dell’Aou Ospedali Riuniti di Ancona, che al termine del procedimento dovrà presentare una «relazione» corredata da «documenti anche di ordine grafico».
Ora il nuovo aggiornamento, che scaturisce dall’udienza del 19 giugno scorso (dove Federfarma nazionale è intervenuta “ad adiuvandum” a fianco dell’associazione titolari di Rimini): preso atto che gli adempimenti istruttori assegnati nell’ottobre dell’anno scorso al Collegio sindacale degli Ospedali Riuniti «esulano dalla sua competenza», il Tar ha rigirato l’incarico al servizio farmaceutico dell’Asur Marche, che dovrà «provvedere entro il termine di 120 giorni». Prossima udienza, febbraio 2019.