L’imminente passaggio alla nuova remunerazione delle farmacie (dal primo di marzo) non cambierà i programmi della Regione Veneto in materia di dpc, almeno per ora. Questa l’indicazione proveniente dal documento di programmazione e indirizzo per la farmacia dei servizi, approvato della giunta regionale con delibera del 12 febbraio.
Il testo dedica un intero paragrafo alla distribuzione per conto, riguardo alla quale rammenta i volumi erogati in quattro anni dagli esercizi farmaceutici del Veneto, dal 2019 al 2023 (quindi periodo pandemico incluso). In sintesi, si va dai quasi 3,5 milioni di pezzi (tra farmaci e dispositivi) del primo anno agli oltre 5,5 milioni del 2023, cifra che rappresenta una proiezione in attesa del consuntivo finale. Come recita il documento, ne deriva un tasso medio di crescita annuale del 10,1%, che la Regione si ripromette di mantenere anche negli anni a venire «apportando alcuni miglioramenti alla piattaforma informatica per efficientare il tempo dedicato dal farmacista agli aspetti amministrativi».
In altri termini, nonostante l’arrivo della nuova remunerazione la sanità regionale si ripropone di mantenere il tasso di crescita della dpc che già si è consolidato con l’attuale remunerazione. Anche se, ammette il documento, «sarà necessario definire una soglia di prezzo al di sotto del quale risulta più conveniente trasferire il farmaco dalla dpc alla distribuzione convenzionata».