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Farmacia dei servizi, Federfarma Arezzo polemica verso Regione

9 Ottobre 2025

Federfarma Arezzo torna a puntare il dito contro la Regione Toscana per la gestione della sperimentazione della Farmacia dei Servizi, giudicata «un fallimento annunciato» e «una chiara scelta politica» che penalizza cittadini e farmacie. In un comunicato diffuso l’altro ieri, il sindacato provinciale esprime «il suo forte rammarico per il mancato reale avvio della sperimentazione nella Regione Toscana» e chiede risposte precise su tre questioni: che ne sarà dei servizi una volta conclusa la fase sperimentale il 31 dicembre 2025, perché non sia stato rispettato l’iter concordato in Conferenza Stato-Regioni e per quale motivo la Regione abbia limitato l’intervento a soli due servizi, «ignorando tutto il pacchetto previsto dalla normativa nazionale».

La Toscana, con la delibera 829 del 23 giugno scorso, ha stanziato 2,65 milioni di euro per attivare soltanto due protocolli di intesa: uno per il monitoraggio cardiaco tramite holter ecg in 120 farmacie e l’altro per la verifica dell’aderenza terapeutica nei pazienti diabetici e con Bpco. Una scelta che la Giunta regionale, guidata dal presidente Eugenio Giani, ha presentato come un passo avanti verso una rete integrata di servizi di prossimità. «Le farmacie» aveva dichiarato l’assessore alla Salute Simone Bezzini «rappresentano un presidio essenziale nei territori, specialmente quelli più periferici, e svolgono un ruolo fondamentale nell’avvicinare i cittadini ai servizi digitali».

Federfarma Arezzo non condivide questa lettura. «È doveroso» afferma il presidente Roberto Giotti «che la Regione risponda in tempi brevi, perché i cittadini hanno diritto di sapere quale futuro attende una parte importante della sanità territoriale, soprattutto dopo l’imperdonabile esclusione delle farmacie dal Piano sanitario regionale 2024-2026». Secondo il sindacato, la delibera regionale comporta «un probabile spreco di risorse pubbliche ministeriali» e rappresenta «l’occasione mancata di riorganizzare la sanità territoriale, privando i cittadini, in particolare quelli anziani e fragili che vivono in aree rurali e disagiate, della giusta assistenza».

Le critiche si concentrano sui limiti del progetto. La sperimentazione con holter cardiaco – sottolinea Federfarma Arezzo – coinvolge appena 120 farmacie su 1.250 e prevede soltanto 120 esami complessivi, un numero giudicato «del tutto insufficiente» per incidere sulle liste di attesa. Inoltre, la Regione avrebbe ignorato la possibilità di utilizzare piattaforme già operative in altre regioni, rallentando ulteriormente l’avvio del servizio.

Stesso giudizio per il protocollo sull’aderenza terapeutica, che secondo il vicepresidente Aloigi Luzzi «si riduce a un questionario molto scarno, privo di una reale presa in carico del paziente e di una verifica puntuale dei farmaci prescritti e utilizzati». L’iniziativa, aggiunge, «rischia di trasformarsi in un flop, nonostante la buona volontà delle farmacie aderenti, a causa dei tempi ristretti e delle modalità operative previste».

Il riferimento al Dm 77 e agli accordi Stato-Regioni è esplicito: il set minimo di servizi stabilito a livello nazionale includeva anche riconciliazione terapeutica, prestazioni di telemedicina (ecg, holter pressorio, spirometria), front office Tse e Fse e screening del colon-retto. La Toscana, invece, ne ha recepiti soltanto due, «rendendo evidente la volontà politica di non riconoscere il ruolo della Farmacia dei Servizi e di concentrare risorse e attenzione sulle sole Case di Comunità».

Giotti conclude ricordando che «la farmacia territoriale è ormai riconosciuta come presidio socio-sanitario polivalente, dove si dispensano non solo farmaci ma anche servizi di telemedicina, vaccinazioni e test diagnostici». Una funzione, aggiunge, «dimostrata in modo indiscutibile durante la pandemia, quando la farmacia è rimasta l’unico presidio sempre aperto sul territorio».