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Friuli Venezia Giulia, in sei mesi 66mila prenotazioni Cup in farmacia

22 Luglio 2025

Sono 66mila le prenotazioni di visite ed esami effettuate nel secondo semestre del 2024 dalle farmacie della provincia di Udine attraverso il servizio Cup. Un dato che conferma l’ampio gradimento dei cittadini per una prestazione che, nel Friuli Venezia Giulia, è ormai diventata parte integrante dell’offerta territoriale. Lo riporta al Messaggero Veneto il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Udine, Claudio Corradini D’Elia, che traccia un bilancio del servizio e del gradimento riscosso dagli assistiti.

«Su 188 farmacie della provincia» spiega Corradini D’Elia al quotidiano «ben 174 offrono il Cup», a conferma della capillarità del Cup in farmacia, che consente di effettuare prenotazioni direttamente al banco evitando code agli sportelli o lunghe attese al telefono. La prestazione, attiva già da anni, ha registrato un’impennata durante la pandemia, come ricorda il presidente: «La sua efficacia è stata evidente a tutti durante il Covid, per la prenotazione delle vaccinazioni, e da lì si è proseguito su dati consistenti».

L’adesione al servizio resta volontaria e dipende anche dall’organizzazione interna: «Per lo sportello Cup ci vuole una persona dedicata» precisa Corradini D’Elia «e ciò implica una certa organizzazione». In molti casi, inoltre, il servizio è disponibile solo in fasce orarie predefinite. Nonostante ciò, la risposta del pubblico è positiva e trasversale: «Non parliamo soltanto di utenti anziani» sottolinea ancora il presidente «ma di persone di tutte le età, che in questo modo evitano le lunghe file al Cup ospedaliero o le ore di attesa al telefono».

Restano tuttavia le criticità legate all’offerta sanitaria complessiva, prima fra tutte la latenza tra prenotazione e prestazione. In questo contesto, secondo Corradini D’Elia, la “farmacia dei servizi” può giocare un ruolo strategico: «Possiamo aiutare a fare una scrematura tra i casi che necessitano di approfondimenti diagnostici urgenti e quelli meno a rischio, attraverso elettrocardiogrammi, telemedicina e analisi di prima istanza svolte direttamente in farmacia».

Per rafforzare il contributo dei farmacisti alla rete di prossimità, il presidente rilancia infine l’idea della formazione congiunta: «Sarebbe utile integrare sempre di più le conoscenze dei farmacisti con quelle dei medici e degli infermieri, magari attraverso corsi di formazione in comune su tematiche che possano aiutare a stringere e consolidare sinergie».