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Il Veneto chiede mano libera sull’organizzazione del servizio sanitario

14 Luglio 2018

 

«Piena responsabilità» sul proprio sistema sanitario regionale «per quanto riguarda l’organizzazione, il finanziamento e il governo del sistema sanitario stesso». Inclusa «l’attivazione di un livello di contrattazione regionale per il rapporto di lavoro del personale e la programmazione della formazione specialistica dei medici». E’ quanto recita a proposito di tutela della salute la bozza di legge delega per l’autonomia differenziata che la Regione Veneto ha trasmesso al ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani. Il documento, elaborato da una commissione istituita dalla giunta Zaia (foto), scaturisce dalla pre-intesa che la Regione aveva sottoscritto con il Governo Gentiloni poco prima delle elezioni politiche del 4 marzo (avevano fatto lo stesso anche Emilia Romagna e Lombardia). Serve ora un accordo di dettaglio con il nuovo esecutivo e la bozza trasmessa dal Veneto assolve proprio a tale funzione: il testo, infatti, verrà ora esaminato dai tecnici del ministero per gli Affari regionali per arrivare all’intesa finale con la Regione; ne deriverà una proposta di legge delega da portare alle Camere e trasformare quindi in uno o più Decreti legislativi.

In questa prospettiva, ciò che la giunta Zaia chiede in tema di sanità è un’autonomia che rasenta l’autogoverno. La richiesta, infatti, è quella di disporre della «piena responsabilità» nel finanziamento e nell’organizzazione del servizio sanitario. Per quanto concerne il primo punto, provvederà a fornire gli strumenti il paragrafo della bozza di legge delega che chiede al governo centrale l’autonomia finanziaria della Regione, attraverso l’introduzione di riserve di aliquota o la compartecipazione al gettito assicurato dai contribuenti veneti.

Per quanto riguarda l’organizzazione, invece, un eventuale assenso da parte di Roma rischia di mettere nelle mani della Regione l’assetto del servizio farmaceutico veneto, che l’attuale formulazione del titolo V della Costituzione riserva al livello centrale. Un’anticipazione di ciò che potrebbe accadere arriva dai medici di famiglia, i più diretti interessati al passaggio della bozza che istituisce «un livello di contrattazione regionale per il rapporto di lavoro del personale. Non è un mistero che da tempo la Regione coltiva progetti per trasformare i mmg da convenzionati a dipendenti (ne ha parlato di recente a un convegno genovese il direttore generale della Sanità veneta, Domenico Mantoan), l’autonomia darebbe tutti gli strumenti per farlo. E, magari, riscrivere del tutto le regole della farmacia, Pianta organica compresa.