I medici di famiglia della Fimmg Lazio sono tornati a contestare i controlli sulla spesa farmaceutica avviati in queste settimane dalle Asl della Regione e ne chiede l’immediata interruzione perché in contrasto con la normativa vigente e lesivi dell’autonomia prescrittiva dei medici di famiglia. La presa di posizione è contenuta in una lettera indirizzata ai vertici della Direzione Salute, della Direzione del Farmaco, delle Asl del Lazio, agli Ordini provinciali dei medici e alla Fnomceo, firmata dal segretario regionale Giovanni Cirilli, dal vicesegretario vicario Alberto Chiriatti e dal vicesegretario nazionale vicario Pierluigi Bartoletti. Nel testo, la Federazione ribadisce che l’appropriatezza prescrittiva è «un obiettivo fondamentale» e che i medici condividono la necessità di razionalizzare la spesa, ma avverte che le procedure introdotte in ambito regionale avrebbero oltrepassato i limiti fissati dalla legge e dalle stesse norme deontologiche, trasformandosi in verifiche personalizzate e puramente economiche che non tengono conto della complessità clinica.
Secondo la Fimmg, le Asl stanno applicando indicatori di monitoraggio individuali «in contrasto con la normativa vigente», che all’articolo 1, commi 537-539 della legge 208/2015 prevede verifiche esclusivamente di tipo aggregato. Il sindacato richiama inoltre i principi sanciti dal Codice di deontologia medica e dalla Costituzione, che tutelano la libertà prescrittiva del medico fondata «su scienza e coscienza» nell’interesse della persona assistita, così come le indicazioni ministeriali e dell’Aifa, che escludono pressioni o sanzioni sul singolo professionista. Particolare rilievo è attribuito al tema degli antibiotici e agli obblighi derivanti dal Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza 2023-2025: per la Fimmg Lazio, una valutazione dell’appropriatezza non può essere ricondotta a meri valori di spesa ma deve poggiare su criteri clinici, epidemiologici e microbiologici condivisi con la comunità scientifica.
La lettera sottolinea che gli indicatori oggi utilizzati dalle Asl sarebbero sensibili a variabili demografiche ed epidemiologiche fuori dal controllo del medico e che procedure prive di trasparenza o introdotte senza adeguata comunicazione preventiva «compromettono il principio di legittimità amministrativa». Per questo, Fimmg Lazio annuncia di riservarsi la verifica della legittimità dei controlli in corso e chiede alle aziende sanitarie di sospendere qualsiasi valutazione basata su parametri non scientificamente validati o applicati al singolo professionista. La Federazione sollecita inoltre una comunicazione chiara e preventiva su eventuali modifiche alle procedure, nonché l’apertura di tavoli tecnici regionali e aziendali per definire criteri condivisi. Qualora le richieste non venissero accolte, la sigla non esclude di rivolgersi agli Ordini professionali e alle autorità competenti, «inclusa l’Aifa e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato», per tutelare la responsabilità e la dignità professionale dei medici di medicina generale.