È partita ufficialmente venerdì scorso, 10 ottobre, la sperimentazione della telemedicina nelle farmacie del Lazio. A dare il via libera una nota della Regione che definisce il calendario dell’attività: sino al 28 ottobre è prevista una fase transitoria, in cui le prestazioni vengono effettuate su prescrizione non ripetibile (ricetta bianca) rilasciata dal medico di medicina generale, dal pediatra di libera scelta, da uno specialista cardiologo o da un medico di struttura sanitaria; la telerefertazione viene eseguita senza oneri per l’assistito e la ricetta è conservata dalla farmacia per essere messa a rimborso una volta scattata la fase a regime; dal 29 ottobre, completati gli aggiornamenti tecnici della piattaforma Recup, ecg e holter potranno essere erogati dietro ricetta dem e le farmacie verranno rimborsate secondo le tariffe previste dalla delibera regionale.
Secondo quanto stabilito a suo tempo dalla delibera di giunta che autorizzava la sperimentazione, ciascuna farmacia dovrà disporre di uno spazio dedicato e riservato all’interno dei propri locali, conforme ai requisiti igienico-sanitari e idoneo alla corretta esecuzione degli esami. È inoltre necessario che almeno un farmacista del punto vendita abbia completato la formazione specifica, disponibile in modalità Fad sulla piattaforma “FadFofi”. Chi aveva già seguito negli anni scorsi i corsi riconosciuti non deve ripeterli.
Il provvedimento approvato a giugno riconosce alle farmacie 11,60 euro per ogni ecg, 61,95 euro per ogni holter cardiaco e 41,30 euro per ogni holter pressorio, importi esenti iva. È previsto inoltre un sistema di incentivi progressivi per gli esercizi che supereranno determinati volumi: 120 euro una tantum dopo 10 ecg, altri 120 dopo 20 e ulteriori 120 al raggiungimento delle 30 prestazioni.
Il numero massimo di esami rimborsabili per ciascuna farmacia è fissato dal cronoprogramma: 40 ecg per le farmacie urbane, 30 per le rurali e 15 per le rurali sussidiate; 15 Holter cardiaci e 15 pressori per le urbane, 10 per le rurali e 5 per le sussidiate. Oltre tali limiti, le prestazioni non saranno riconosciute a rimborso.
Le farmacie partecipanti devono avvalersi esclusivamente di provider di telerefertazione accreditati e certificati, che operano in conformità al protocollo attuativo regionale e garantiscono la refertazione da parte di centri o medici abilitati ai sensi dell’articolo 8 quater del D.lgs 502/92. Le apparecchiature impiegate – dispositivi ecg, holter e sistemi di trasmissione dati – devono possedere certificazioni di conformità e rispondere agli standard tecnici previsti.
Secondo la delibera, saranno erogate complessivamente oltre 30mila prestazioni di ecg e 13mila Holter, equamente suddivise tra monitoraggi cardiaci e pressori. La Regione effettuerà verifiche periodiche sui volumi e sulle risorse disponibili, con possibilità di rimodulazione in corso d’opera.
All’annuncio dell’avvio operativo non sono mancate le contestazioni. L’Uap-Aisi (Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata) ha definito la delibera regionale «illegittima», sostenendo che «viola le norme nazionali e crea disparità e rischi concreti per i cittadini in termini di sicurezza e qualità». L’associazione chiede la sospensione immediata del provvedimento e l’intervento del Ministero della Salute per «ristabilire la legalità». Secondo l’Uap, le prestazioni di telemedicina in farmacia «possono essere attivate solo all’interno di una specifica sperimentazione nazionale definita con decreto ministeriale», mentre il Lazio «è partito in autonomia, fuori perimetro e da subito, senza la necessaria validazione ministeriale».