dalle regioni

Liste d’attesa, Survey Fimmg: l’80% degli italiani si affida al privato o rinuncia

20 Maggio 2025

L’80% degli italiani ha rinunciato almeno una volta alle cure del Servizio sanitario nazionale a causa delle lunghe liste d’attesa. È il dato più allarmante emerso dalla survey Ipsos commissionata da Fimmg in occasione della Giornata mondiale del medico di famiglia. Una percentuale in forte aumento rispetto al 65% rilevato nel 2024, che fotografa una crisi di accesso sempre più grave e pervasiva. A farne le spese sono soprattutto gli over 60 (84%) e le fasce economicamente fragili (86%), categorie che avrebbero invece maggior bisogno di prestazioni pubbliche.

L’indagine, basata su un ampio campione rappresentativo della popolazione italiana, evidenzia come – di fronte all’impossibilità di ottenere in tempi accettabili una visita o un esame – l’84% dei cittadini si rivolga al privato, mentre il 13% rinunci del tutto a curarsi. La percentuale di chi rinuncia sale al 19% tra chi si trova in condizioni economiche disagiate. Ma non è tutto: il 53% ha rinunciato a prestazioni Ssn perché non disponibili nel proprio territorio, contro il 44% dell’anno precedente. In questi casi, il 20% ha rinunciato alle cure, quota che tocca il 28% tra chi ha difficoltà economiche.

I risultati della ricerca interessano direttamente il mondo della farmacia, in quanto confermano la crescente domanda di assistenza territoriale di prossimità. Un ambito in cui la farmacia dei servizi può giocare un ruolo centrale, offrendo screening, test e prestazioni di primo livello, contribuendo così a decongestionare il sistema pubblico e intercettare i bisogni inevasi.

Nonostante le criticità del Ssn, resta invece positiva la valutazione dei cittadini sulla medicina generale: il 73% ottiene un appuntamento con il proprio medico entro una settimana, l’87% entro due. Solo il 4% attende più a lungo. La soddisfazione è alta anche per la vicinanza dello studio medico: nel 63% dei casi dista meno di due chilometri dall’abitazione, percentuale che nel Sud sale al 77%; il 41% lo raggiunge a piedi.

«La medicina generale resta l’ultimo presidio in grado di garantire un servizio gratuito e accessibile senza liste d’attesa per le piccole urgenze e con pochi giorni di attesa per le visite» afferma la Fimmg. «Proposte di riforma che puntano a trasformare questo modello in uno dirigistico rischiano di estendere il problema delle attese anche dove oggi non esiste».

Per i farmacisti, il messaggio è chiaro: potenziare la rete di prossimità è una priorità per garantire equità di accesso. E in questa rete, le farmacie territoriali possono diventare un pilastro essenziale, integrandosi con medici di base e altri attori del sistema salute.