Allargare il Cup della Regione Marche a farmacie e medici di famiglia per decongestionare i centralini telefonici. E’ la richiesta che arriva dalla sezione jesina del Tribunale per i diritti del malato dopo le denunce raccolte dagli assistiti e le verifiche condotte in prima persona dal presidente dell’Associazione, Pasquale Liguori: tre giorni per prenotare un esame, con medie giornaliere di oltre 50 chiamate in attesa a metà mattina. «I cittadini» scrive il Tdm in un comunicato «ci dicono che molto spesso devono rinunciare all’esame oppure prendono un giorno di ferie per recarsi agli sportelli del Cup, dove le attese non sono molto più brevi».
Di qui la proposta del Tribunale: per rendere più facili le prenotazioni, basterebbe attivare il Cup presso le farmacie e gli studi dei medici di famiglia e le farmacie, cosa che nella maggior parte delle regioni circostanti si fa da anni. «Non si comprende perché la Regione non voglia farlo» prosegue la nota del Tdm «noi siamo certi che medici di famiglia e farmacisti non aspettano altro: sono tutti in rete con l’Asur (l’Asl unica delle Marche, ndr), pronti a fornire un servizio che davvero faciliterebbe il cittadino ed in particolare quello anziano e quello disagiato». «E’ da tempo che stiamo trattando con la Regione per arrivare a un accordo» commenta il presidente di Federfarma Marche, Pasquale D’Avella «sappiamo che lo stesso governatore, Luca Ceriscioli, ha auspicato sul proprio profilo Facebook di raggiungere al più presto un’intesa con le farmacie. E’ il nostro stesso proposito, ma ricordiamo che una sperimentazione condotta a suo tempo a San Benedetto del Tronto ha dimostrato che per le farmacie non è sostenibile erogare il Cup a titolo gratuito».