Incentivi ai medici di famiglia per ridurre le prescrizioni di esami specialistici e diagnostici. È quanto prevede l’accordo siglato a fine ottobre da Asl Modena e mmg con l’obiettivo di ottimizzare la spesa per prestazioni. L’intesa, in sintesi, riconosce un “bonus” di 1,2 euro per assistito all’anno ai medici che nel 2025 manterranno le prescrizioni agli stessi livelli del 2024, con un 25% di tolleranza, per dodici prestazioni specifiche: visite di chirurgia vascolare, dermatologia, fisiatria, gastroenterologia, oculistica, otorinolaringoiatria, pneumologia, urologia, Tac, risonanze magnetiche, gastroscopie e colonscopie.
«È un accordo coi medici di base per l’appropriatezza delle prescrizioni molto innovativo e anche la Regione lo sta guardando con molto interesse» dice il direttore generale dell’Asl, Mattia Altini, al quotidiano La Repubblica «l’obiettivo è fotografare i profili prescrittivi, partendo dalle medie per identificare le inappropriatezze».
«Gran parte delle prescrizioni di noi medici di base sono indotte, le prescriviamo perché i pazienti vanno dagli specialisti e loro li mandano da noi per farsi prescrivere gli esami, soprattutto nel privato accreditato» commenta il segretario provinciale della Fimmg, Dante Cintori, sottolineando l’impegno dell’Asl a contrastare il fenomeno delle iper-prescrizioni specialistiche.
Non tutti i sindacati hanno aderito: lo Snami ha rifiutato, criticando obiettivi non direttamente controllabili dai medici di base. E a Bologna l’Asl esclude incentivi simili, preferendo optare per tavoli di confronto su appropriatezza e integrazione professionale.
Da notare che a Modena l’accordo segue precedenti intese, come quella del 2024 con i medici di famiglia per l’appropriatezza farmaceutica. L’accordo riconosceva incentivi da 0,9 a 1,5 euro per paziente in caso di raggiungimento degli obiettivi, basati su medie di consumo calcolate in ddd, per farmaci come Ppi, vitamina D e antibiotici.