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Telemedicina in farmacia: Aisi fa ricorso in Lazio, da Fimmg dubbi in Puglia

8 Luglio 2025

Gli accordi regionali per la sperimentazione della telemedicina in farmacia in regime convenzionato continuano a incontrare resistenze da parte di laboratori e medici di famiglia. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello dell’Aisi (Associazione imprese sanitarie indipendenti), che in una nota diffusa ieri ha annunciato di avere presentato ricorso al Tar contro la delibera della Regione Lazio che autorizza la telerefertazione nelle farmacie territoriali con holter cardiaco, holter pressorio ed ecg.

«La scelta della Regione» dichiara la presidente Karin Saccomanno «rappresenta una grave interferenza nelle competenze delle strutture sanitarie accreditate, che da anni garantiscono qualità, sicurezza e continuità assistenziale nel rispetto delle normative e degli standard previsti dal Servizio sanitario nazionale. Ampliare questi servizi alle farmacie senza adeguati controlli e requisiti rischia di compromettere la tutela del paziente e la sostenibilità del sistema».

«Il provvedimento» aggiunge Giovanni Onesti, direttore generale dell’Aisi «crea una sovrapposizione non regolamentata tra attività delle strutture accreditate e quelle delle farmacie. Questo non solo mina la corretta gestione delle risorse pubbliche, ma apre la strada a una competizione sleale, considerando che le farmacie possono accedere alla sperimentazione con procedure semplificate e senza gli stessi obblighi di garanzia richiesti alle strutture sanitarie».

In Puglia invece erano stati i medici di famiglia della Fimmg a sollevare dubbi sull’analogo accordo regionale per la telemedicina in farmacia. «Nel protocollo» recita la lettera inviata un mese fa alla Regione per chiedere chiarimenti «non sono chiaramente espressi i criteri di arruolamento del paziente e conseguentemente di prescrivibilità delle prestazioni e della conseguente erogabilità, se non un troppo generico riferimento a quanto previsto “dalla normativa applicabile vigente”».

Il rischio, per la Fimmg, è che questa vaghezza esponga «a conflittuale criticità il rapporto medico/paziente», con il rischio quindi di procedure inappropriate. «La prevista prescrizione su ricetta rossa cartacea Ssn confligge con la normativa vigente, che impone l’utilizzo della ricetta dematerializzata ed espone conseguentemente il prescrittore a contestazioni. Oltretutto la prescrizione su ricetta rossa ha un impatto condizionante sulla libera scelta e sull’equo accesso del cittadino al sistema per la erogazione delle prestazioni». Tali criticità, conclude la lettera, «saranno oggetto di richiesta di chiarimenti all’assessorato alla Salute».