In un anno, il 72% degli adulti toscani accede ad almeno una prestazione specialistica ambulatoriale, il 70% ha assunto almeno un farmaco su ricetta medica e il 10% è stato ricoverato in ospedale almeno una volta. Più della metà, il 58%, ha usufruito nella stessa occasione di una prestazione specialistica e di una prescrizione farmaceutica. Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto 2017 su “Welfare e Salute in Toscana”, presentato ieri a Firenze dall’assessore alla Salute, Stefania Saccardi. Il volume integra statistiche e rilevazioni sociosanitarie provenienti da tre diverse fonti (Regione, Agenzia regionale di sanità e MeS, Laboratorio management e sanità della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa) per tracciare un ritratto “tridimensionale” dello stato di salute dei toscani.
«I dati dicono che il nostro è un sistema sanitario che funziona» ha detto Saccardi (foto) «nonostante tutte le difficoltà di una riforma importante come quella che abbiamo fatto. Certo, ci sono ancora punti deboli su cui si sta lavorando e ottenendo miglioramenti, ma il nostro sistema è in buona salute». Tra le criticità, ammette il Rapporto, la spesa farmaceutica: dal 2009 al 2017 il consumo di medicinali è aumentato da 948 a 1.264 dosi giornaliere per 1.000 abitanti (+33% in 8 anni). Ogni toscano, in sostanza, assume circa 1,3 dosi di farmaco ogni giorno, con i medicinali per il sistema cardiovascolare in testa alla classifica dei consumi. Incide certamente l’evoluzione demografica della popolazione affetta da malattie croniche: si trovano in questa condizione 1,44 milioni di toscani, il 38,6% dei residenti, in aumento di 35 mila unità rispetto al 2015.
Criticità a parte (tra le quali anche le liste di attesa), per la Regione il bilancio della Sanità toscana è positivo: continua a diminuire la mortalità generale, grazie ai continui progressi in prevenzione e cura di tumori e malattie cardiocircolatorie; la Toscana è dal 2012 stabilmente ai vertici della classifica delle regioni dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), prosegue la diminuzione dei ricoveri, l’introduzione dell’obbligo vaccinale, ha fatto aumentare tutti i livelli di copertura a 24 mesi di vita, riportando la regione sulla soglia di eccellenza della copertura vaccinale in Italia. «I toscani vivono più a lungo, hanno abitudini e stili di vita più sani, maggiori chance di sopravvivenza grazie agli screening» ha concluso Saccardi «si salvano più vite rispetto al passato, sono cresciute le vaccinazioni; disagio giovanile e dispersione scolastica sono in miglioramento; e calano anche i dati sulla povertà».