In Toscana le farmacie non potranno più utilizzare gazebo e altre strutture prefabbricate per vaccinare o proporre i servizi previsti dal d.lgs 153/2009. Lo prevede il ddl approvato dalla Giunta per aggiornare la legge regionale 16/2000 che fissava le norme quadro per la farmacia dei servizi. Con quelle disposizioni, ricorda la Regione in una nota, «la Toscana aveva dato indicazioni sulle autoanalisi da sangue capillare da svolgersi in farmacia. In oltre venti anni però la tecnologia è andata avanti, sono aumentate le analisi che si possono fare con strumenti non ingombranti, è arrivata la pandemia con vaccini e tamponi. Più disposizioni si sono aggiunte nel tempo e la giunta intende ora mettere ordine nel groviglio normativo che si è creato tra livello nazionale e regionale».
La proposta di legge, in particolare, autorizza lo svolgimento delle attività aggiuntive (cioè diverse dalla preparazione e dispensazione dei farmaci) «in spazi separati all’interno delle farmacie ma anche in locali esterni, purché questi spazi non vengano utilizzati anche per la vendita di farmaci e prodotti». Nel caso in cui la farmacia non disponga di spazi idonei e separati, i servizi potranno essere effettuati nei locali adibiti alla vendita, ma in orario di chiusura. «Non si potranno invece utilizzare, se non in casi eccezionali, gazebo o strutture prefabbricate come quelle che, in piena pandemia, erano state autorizzate per la straordinarietà del momento».
Le nuove disposizioni, riferisce ancora la nota della Regione, elencano in maniera puntuale anche le responsabilità del farmacista, a partire dal rispetto della riservatezza. «La modifica della legge regionale del 2000 è stata avviata dopo un confronto con le organizzazioni sindacali e le Asl. La proposta di legge sarà ora esaminata dal Consiglio regionale».