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Toscana, la Regione vuole più medici di famiglia nelle Case di comunità

21 Febbraio 2023

La Regione Toscana si prepara a rinnovare assieme ai sindacati dei medici di famiglia la convenzione integrativa per la medicina generale con tre obiettivi prioritari: accrescere la presenza dei mmg nelle Case di comunità, sviluppare la diagnostica di base negli studi dei medici di base, incentivare televisite (tra mmg e paziente) e teleconsulti (tra mmg e specialista) nell’ambito della telemedicina. Sono le linee guida tracciate nell’atto d’indirizzo – ossia la piattaforma che farà da base alle trattative per il nuovo accordo – presentato sabato scorso dal presidente della Toscana, Eugenio Giani, ai sindacati Fimmg, Snami e Smi.

La convenzione regionale, spiega una nota, «andrà a definire gli indirizzi sulla costituzione delle equipe territoriali, sull’utilizzo della telemedicina, sul potenziamento dell’assistenza domiciliare e sulla presenza delle cure primarie nelle aree interne, per i medici a ciclo di scelta. I lavori per definire l’accordo prenderanno avvio a marzo e si concluderanno entro aprile».

Con l’accordo integrativo, in sostanza, la Toscana avvia la riorganizzazione della mg tracciata dal Pnrr e dal Dm77, che immaginano una medicina generale integrata con le altre professioni sanitarie e fornita di strumenti diagnostici di primo livello. «Per le Case di comunità» ha dichiarato Giani «sono stati pianificati 77 interventi: alcuni prevedono la ristrutturazione di Case della salute già esistenti, altri saranno ex novo. In queste ultime strutture, allargheremo l’impegno dei medici di base, che avranno lì il loro ambulatorio, potranno fare diagnostica e incroceranno la loro attività con i medici specialisti. Quindi presenza più ampia dei medici di famiglia nelle case di comunità, presenza della diagnostica di base all’interno degli studi e delle Case di comunità e sviluppo della telemedicina, sia nella forma delle tele visita lato medico paziente che nella forma del tele consulto lato medico verso gli specialisti».

«Ci aspettiamo una ridistribuzione dei medici per evitare falle sul territorio» ha detto Giorgio Fabiani, segretario regionale dello Smi «in aggiunta a una sburocratizzazione che aumenterà il tempo dedicato ai pazienti». «Vogliamo sgravare i mmg dalla burocrazia e fornire loro gli strumenti necessari potenziando la diagnostica di primo livello» ha aggiunto il segretario regionale della Fimmg, Niccolò Biancalani «con medici che opereranno sempre più in associazione e con l’ausilio di personale di supporto, di segreteria e infermieristico».