dalle regioni

Trento: verso intesa sui test rapidi in farmacia, anche in modalità drive-in

2 Ottobre 2020

Restano ancora alcuni dettagli da formalizzare ma è ormai in dirittura d’arrivo, a Trento, l’accordo tra Asl, Federfarma e Assofarm per la somministrazione del test con tampone antigenico veloce nelle farmacie del territorio. I destinatari dell’intesa, che dovrebbe essere firmata nei prossimi giorni, sono gli studenti delle scuole trentine (quanto meno elementari, medie e superiori), ai quali Provincia e Asl vorrebbero indirizzare a una campagna continuativa di screening veloci per rintracciare e quindi contenere rapidamente eventuali focolai.

La preferenza per il tampone antigenico veloce – che dà risultati in meno di mezz’ora – nasce proprio dal desiderio di mettere in piedi un sistema di vigilanza veloce, anche se la somministrazione di questi test è riservata a personale infermieristico opportunamente formato. Di qui le scelte sulle quali le parti hanno già trovato la convergenza: ogni farmacia aderente accoglierà un infermiere distaccato, retribuito e “vestito” (di dpi e altre protezioni) dall’Asl provinciale, cui spetterà in via esclusiva la somministrazione del test.

Saranno i medici (generalisti o pediatri) a inviare lo studente in farmacia perché si sottoponga a tampone, in caso di sospetto diagnostico o in presenza di febbre o altri sintomi. «E per evitare i fastidi di eventuali sanificazioni o scoraggiare altri clienti» spiega a FPress Paolo Betti, presidente di Federfarma Trento «la farmacia potrà decidere liberamente dove organizzare i test: in un locale contiguo dotato di ingresso indipendente oppure all’esterno, sotto un gazebo o altro ancora. La Provincia ha già autorizzato la somministrazione del vaccino antinfluenzale in modalità “drive-in”, alle farmacie ha concesso di lavorare anche all’esterno».

Ancora da definire, invece, i compensi alle farmacie, ch comunque in questa prima fase offriranno il servizio gratuitamente. «L’occasione era troppo ghiotta e non potevamo farcela sfuggire» spiega Betti «con questo servizio dimostriamo a Provincia e Asl che cosa siamo in grado di fare con la nostra capillarità. Tornerà utile per riproporci, stavolta con retribuzione, quando ci sarà la necessità di allargare i test ad altre categorie».