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Belgio, sondaggio: solo un cittadino su due ha una farmacia di fiducia

31 Ottobre 2025

Sono più di otto su dieci i cittadini belgi che restano fedeli al proprio medico, ma poco più della metà – il 54% – mantiene la stessa farmacia di riferimento. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Bachi (l’associazione belga dell’industria dei medicinali e prodotti di salute da banco), che mette in luce un fenomeno di “nomadismo farmaceutico” con potenziali conseguenze sulla sicurezza dei pazienti.

«Come assicurare un monitoraggio coerente delle terapie se i pazienti fanno “shopping” tra diverse farmacie?» si chiede Bachi, che propone come soluzione il rafforzamento del Dossier pharmaceutique partagé (Dpp), il fascicolo condiviso che raccoglie i dati sui farmaci dispensati.

Secondo l’indagine – condotta su un campione di mille consumatori – l’80% dei belgi si rivolge sempre allo stesso medico, ma quasi uno su due cambia spesso farmacia, spinto da ragioni logistiche o economiche. Un comportamento che, secondo l’associazione, può creare “zone d’ombra” nel percorso terapeutico, perché ogni cambio di farmacia implica una perdita di informazioni sull’utilizzo di farmaci e prodotti per la salute.

«Quando un paziente acquista prodotti da banco in più farmacie, nessun professionista ha una visione complessiva del suo consumo. È una zona d’ombra del nostro sistema sanitario» avverte Bachi.

Attualmente i professionisti non sono obbligati a registrare nel Dpp il “senza ricetta”, inclusi i farmaci senza obbligo di prescrizione. «Questa lacuna normativa priva il sistema di informazioni essenziali, compromettendo la sicurezza del paziente» denuncia l’associazione, che elenca i principali rischi: interazioni non rilevate tra farmaci prescritti e automedicazione, sovradosaggi dovuti al cumulo di principi attivi simili, incompatibilità con integratori e difficoltà nel monitorare l’aderenza alla terapia.

Il 70% degli intervistati si dice favorevole a una registrazione centralizzata di tutti i prodotti dispensati – con o senza ricetta – nel Dpp. «Quando un paziente acquista un analgesico in una farmacia il lunedì, un antinfiammatorio in un’altra il mercoledì e il venerdì consulta il medico per dolori persistenti, solo un dossier completo può evitare prescrizioni ridondanti o controindicate» osserva Bachi.

L’associazione sottolinea inoltre che un Dpp esteso non metterebbe a rischio la privacy, ma la rafforzerebbe, perché le informazioni sensibili resterebbero concentrate in un sistema sicuro e accessibile soltanto ai professionisti autorizzati. «Meglio un archivio unico protetto che una molteplicità di dossier non connessi» afferma Bachi.

Dal punto di vista tecnico, infine, l’evoluzione è pienamente fattibile: l’infrastruttura digitale belga consente già l’integrazione di tutti i prodotti di salute nei canali informatici utilizzati per i farmaci con ricetta, «senza complessità aggiuntive per i professionisti».