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Big data, il Pgeu: consentire alle farmacie l’accesso alle cartelle digitali dei pazienti

20 Febbraio 2019

 

Le nuove tecnologie basate su digitalizzazione delle informazioni e algoritmi rappresentano per i farmacisti del territorio un utile supporto alla consulenza professionale e e uno strumento con cui erogare «servizi più efficienti, sostenibili e di alta qualità». E’ quanto scrive il Pgeu nel position paper diffuso ieri per esprimere il punto di vista delle farmacie e dei farmacisti europei su big data e intelligenza artificiale. «Gli esercizi dalla croce verde, ricorda in particolare la nota del Pgeu «utilizzano già quotidianamente i servizi digitali per spedire ricette dematerializzate, verificare le interazioni farmacologiche mediante fascicoli sanitari elettronici, promuovere l’aderenza terapeutica tramite app. In altri termini, per fornire cure migliori e monitorare le condizioni dei pazienti».

Ne consegue che «per massimizzare i benefici dei big data e dell’intelligenza artificiale nell’assistenza sanitaria è necessario coinvolgere i farmacisti del territorio nella formulazione di politiche digitali a livello locale, nazionale ed europeo come nello sviluppo di linee guida e metodi per la condivisione dei big data». «È anche importante» aggiunge il segretario generale della Pgeu, Ilaria Passarani «facilitare la produzione di big data nel settore sanitario, garantendo l’interoperabilità e il collegamento di cartelle cliniche elettroniche con sistemi di prescrizione elettronica. Ai farmacisti comunitari dovrebbe essere consentito di aggiornare le cartelle cliniche elettroniche, se necessario, per identificare e affrontare potenziali problemi relativi alla terapia e alla sicurezza dei pazienti. L’intelligenza artificiale dovrebbe essere utilizzata anche per migliorare la collaborazione tra gli operatori sanitari che servono gli stessi pazienti e per promuovere l’integrazione dei sistemi di assistenza primaria».