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Farmacie inglesi sotto pressione: servono più fondi per garantire i servizi

17 Luglio 2025

Le farmacie di comunità inglesi operano ormai da tempo in un contesto di «pressioni finanziarie estreme, determinate da livelli storici d’inflazione». È quanto si legge nella valutazione indipendente commissionata da Nhs England (Il Servizio sanitario nazionale) e pubblicata il 14 luglio, che analizza i servizi clinici erogati dalle farmacie tra il 2019 e il 2024 nell’ambito del Community pharmacy contractual framework (Cpcf), il contratto nazionale che disciplina le prestazioni delle farmacie convenzionate.

La revisione, affidata a Rand Europe – think tank e istituto di ricerca – non si limita a certificare le difficoltà economiche del settore, ma invita il committente a tener conto del «nuovo scenario economico» in ogni futura decisione di commissioning, cioè nella definizione dei servizi clinici da erogare attraverso la farmacia.

Il quadro tracciato dallo studio è complesso. I problemi riguardano non soltanto l’aspetto finanziario, ma anche le infrastrutture – fisiche e digitali – e l’integrazione con gli altri operatori sanitari. L’accesso alle cartelle cliniche dei pazienti, per esempio, resta ancora limitato. Tuttavia, sottolineano i ricercatori, i team di farmacia «sono generalmente molto motivati nel fornire i servizi clinici previsti dal Cpcf, per aiutare le persone delle comunità in cui operano e valorizzare le proprie competenze».

Proprio il rapporto con la popolazione locale, osserva ancora il documento, può agevolare l’accesso ai servizi clinici da parte delle fasce più diverse della popolazione.

Tra le raccomandazioni che Rand Europe rivolge a Nhs England, spicca l’invito a rivedere al rialzo i compensi per i servizi Cpcf, «in funzione della loro complessità e dei costi legati all’acquisto di forniture e attrezzature, oltre che del più ampio contesto economico». Si suggerisce inoltre di valutare se sia necessario mantenere l’obbligo di prescrizione formale per determinati servizi o se non sia meglio adottare percorsi alternativi, come la segnalazione informale o l’accesso diretto (walk-in), per favorire l’engagement e migliorare gli esiti. Altra raccomandazione: ridurre la competizione tra farmacie e promuovere invece la collaborazione con gli altri professionisti della sanità territoriale.

La revisione non comprende i servizi introdotti con Pharmacy First, il nuovo modello assistenziale lanciato all’inizio del 2024 per alleggerire il carico dei medici di famiglia. Tuttavia, nel frattempo è già stato firmato un nuovo Cpcf per il biennio 2025-2026, che prevede tra l’altro aumenti per i servizi di contraccezione e Pharmacy First, l’estensione ai farmaci antidepressivi del New medicine service (che assiste i pazienti all’inizio di un trattamento) e l’incremento dell’onorario di dispensazione da 0,19 a 1,46 sterline per pezzo (da circa 0,22 a 1,71 euro). Sale anche il margin allowance (la quota spettante alle farmacie sul margine della distribuzione) da 800 a 900 milioni di sterline l’anno (da circa 938 milioni a 1,05 miliardi di euro).

Le reazioni al rapporto non si sono fatte attendere. «Con i giusti investimenti e il giusto supporto, le farmacie di comunità possono svolgere un ruolo trasformativo nella tutela della salute pubblica e nel miglioramento dell’assistenza nell’ambito dell’Nhs» ha detto Elen Jones, direttrice della farmacia alla Royal Pharmaceutical Society. «L’espansione del ruolo clinico dei farmacisti deve poggiare su finanziamenti sostenibili, su un personale formato e supportato, e su investimenti nell’infrastruttura digitale».

«Immaginiamo un futuro in cui le farmacie territoriali svolgano un ruolo sempre più clinico e contribuiscano a fronteggiare le sfide del Servizio sanitario» ha aggiunto Malcolm Harrison, amministratore delegato della Company Chemists’ Association. «Nel primo anno di attività, Pharmacy First ha registrato più di 3 milioni di consultazioni, e il numero di vaccinazioni antinfluenzali effettuate è stato il più alto mai visto al di fuori del periodo pandemico. È fondamentale però che i nuovi servizi si basino su fondamenta solide, con finanziamenti adeguati sia per l’attività clinica sia per quella di dispensazione».

A lanciare l’allarme sulle conseguenze dell’insufficienza di fondi è anche Alison Jones, direttrice delle politiche della Pharmacists’ defence association (Pda): «Dalle farmacie associate ci arriva il messaggio che in generale c’è sostegno per un ampliamento delle attività cliniche. Ma la realtà è che il volume di servizi erogati senza adeguati investimenti sul personale sta causando pressioni crescenti e burnout. Sempre più spesso ci viene segnalato che ai farmacisti sono imposti obiettivi quantitativi e soglie minime da raggiungere, nonostante le indicazioni contrarie del General pharmaceutical council. Non sorprende quindi che la revisione abbia rilevato le difficoltà quotidiane dei farmacisti che si trovano a dover fronteggiare troppe richieste contemporaneamente».