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Francia, Corte dei conti: da servizi solo il 4% della remunerazione

27 Maggio 2025

Test, screening, vaccini, ricognizione farmacologica e aderenza terapeutica, televisite. Le farmacie francesi si sono lanciate nei servizi, che Oltralpe si chiamano “missions”, con significativo anticipo rispetto a quelle italiane (la vaccinazione antinfluenzale, per esempio, è partita nel 2017) ma ciò nonostante i ricavi assicurati da tali prestazioni rappresentano soltanto il 4% di ciò che la farmacia francese percepisce dall’assurance maladie, la sanità pubblica: 277 milioni di euro nel 2023, su un giro d’affari complessivo per il canale che arriva a 45 miliardi.

Il dato arriva dal Rapporto della Corte dei conti francese sulle leggi di finanziamento della Sécurité sociale (il sistema pubblico per la previdenza e la sanità), pubblicato il 26 maggio scorso. Nel documento, un intero capitolo è dedicato alle farmacie, con un’analisi puntuale delle criticità e una serie di proposte di riforma anche radicali.

Una rete da difendere

Il primo problema è quello della tenuta della rete: l’attuale sistema di aiuti per contrastare l’erosione del numero di farmacie nelle zone fragili – come il contributo fino a 20.000 euro dell’assicurazione sanitaria pubblica (assurance-maladie) o la possibilità di aprire una nuova farmacia in comuni di almeno 2.000 abitanti – è giudicato inefficace. Anche il sistema di zonizzazione utilizzato per individuare i territori carenti risulta inadeguato. La Corte propone un approccio più mirato, che tenga conto di parametri concreti come l’assenza di medici, la distanza superiore ai dieci minuti da un’altra farmacia o la presenza di un solo titolare ultra-sessantenne.

Sotto accusa anche l’attuale rigidità delle regole per l’apertura di nuove farmacie: secondo la Corte, è ora di sostituire il criterio demografico con quello della distanza tra officine, come già avviene in altri Paesi europei. Inoltre, si auspica un ampliamento delle modalità di accesso al farmaco, con l’introduzione di soluzioni alternative come il pharma-bus (farmacia mobile) o la consegna a domicilio.

Cambiare il modello economico

La seconda area critica riguarda il sistema di remunerazione. Oggi il 74% del fatturato medio di una farmacia deriva ancora dalla quantità di medicinali venduti, in netto contrasto con gli obiettivi di contenimento della spesa farmaceutica. Le nuove attività affidate ai farmacisti – come vaccinazioni, screening, accompagnamento terapeutico – pur essendo considerate strategiche, rappresentano solo il 4% del fatturato e sono ancora poco conosciute dal pubblico.

La Corte chiede un cambiamento strutturale: passare da un modello basato sul numero di confezioni (boîtes) vendute a uno fondato sull’atto di dispensazione al paziente. Una remunerazione a prestazione che, secondo l’assurance-maladie, avrebbe un impatto significativo sulla struttura economica delle farmacie e richiederebbe un forte investimento pubblico, difficile da sostenere nell’attuale contesto di vincoli di bilancio.

Nel frattempo, la Corte sollecita il governo ad accelerare due sperimentazioni ancora in fase embrionale: il rimborso dei sostituti nicotinici dispensati senza prescrizione (atteso da tre anni) e l’iniziativa Osys, progetto pilota che dovrebbe diventare operativo su scala nazionale dal gennaio 2026.

Infine, si raccomanda di includere nella remunerazione delle farmacie anche le riduzioni di prezzo concesse dai fornitori e i margini ottenuti dai dispositivi medici.

Rivedere il ruolo degli adjoints

Un ultimo punto toccato dal Rapporto riguarda la governance delle farmacie. La Corte dei conti esprime preoccupazione per la crescente financiarisation, cioè l’ingresso di fondi di investimento privati nel capitale delle officine, e invita l’Ordre des pharmaciens (l’equivalente dell’Ordine dei farmacisti) a rafforzare i controlli e introdurre adeguati paletti. Particolare attenzione è rivolta alla figura del farmacista adjoint (collaboratore), la cui funzione è considerata da rivalutare. In quest’ottica, la Corte propone di rivedere il numero minimo di adjoints richiesti in base al fatturato e di alzare la soglia massima di capitale che ciascun collaboratore può detenere, oggi fissata al 10%.