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Francia, dispensazione in dosi unitarie sotto la lente della Corte dei conti

11 Novembre 2025

Sì alla dispensazione dei farmaci in dosi unitarie ma a specifiche e rigide condizioni: è quanto afferma la Corte dei conti francese nel rapporto inviato il 7 novembre alla Commissione affari sociali dell’Assemblea nazionale, con otto raccomandazioni per un’applicazione “selettiva” di questa pratica.

La “dispensation à l’unité” (Dau), nota in Italia come dispensazione in dosi unitarie, consiste nel consegnare ai pazienti esattamente il numero di dosi prescritte, anziché intere confezioni di medicinali. Introdotta in Francia dal 1° gennaio 2022 con la legge di bilancio per l’assistenza sociosanitaria, rimane ancora oggi un’attività marginale limitata a certi prodotti (come gli stupefacenti) e situazioni specifiche (tensioni o rotture degli approvvigionamento, per esempio la quetiapina) o usi particolari (come la Pda, ossia la preparazione delle dosi da somministrare nelle Ehpad, equivalenti alle nostre Rsa). Non può essere generalizzata a tutti i farmaci e richiede condizioni preliminari rigorose. È su queste che si concentrano le otto raccomandazioni della Corte dei conti.

La Dau, dice in sostanza la magistratura contabile, dovrebbe applicarsi solo a medicinali in forma orale secca (compresse e capsule) con l’esclusione dei trattamenti per cronici stabilizzati. In tali condizioni, riguarderebbe il 52% delle scatole vendute in farmacia, pari al 15% della spesa per farmaci erogati in regime convenzionato (4,5 miliardi di euro).

Selettività anche nelle modalità di applicazione. Per estendere la Dau oltre i casi attuali (che rappresentano lo 0,08% della spesa territoriale), il Rapporto propone che dal prossimo anno il confezionamento del medicinale diventi un criterio nelle negoziazioni di prezzo del Comitato economico dei prodotti sanitari (Ceps), tenendo conto delle «condizioni prevedibili e reali di utilizzo». L’introduzione della prescrizione elettronica permetterà inoltre di rilevare in tempo reale le discrepanze tra quantità prescritte e consegnate, rivelando i costi associati e informandone l’Alta autorità di sanità (Has) e il Ceps. Inoltre, entro la fine del 2027, la remunerazione delle farmacie dovrà essere svincolata al numero di scatole vendute. Da notare che, nel primo semestre 2025, secondo l’Osservatorio dell’economia delle farmacie, gli onorari per scatola sono diminuiti dell’1,5%.

I farmacisti saranno chiamati a dispensare la quantità esatta di farmaco in fase di avvio o adeguamento di un trattamento cronico o costoso, misura da regolamentare. Entro la fine del 2027, dovrà essere istituita una tariffazione speciale per la vendita al pubblico di medicinali all’unità, indipendente e complementare a quella per scatola. Quanto alla Pda, dal 2026 dovrà essere inquadrata giuridicamente come modalità di dispensazione all’unità, con tariffazione dedicata. Questa attività da parte del farmacista richiederà una dichiarazione obbligatoria alle Agenzie regionali di sanità (Ars). Infine, dal 2026, un regime di mutualizzazione o subappalto della PDA dovrà essere sperimentato «per migliorare il follow-up dei trattamenti cronici nelle farmacie di prossimità». La Corte si ispira all’esempio olandese, che apre la Pda a tutti i pazienti polimedicati a domicilio.