estero

Francia, è dibattito sulla riforma della remunerazione delle farmacie

18 Dicembre 2025

Farmacie che continuano a chiudere, tagli ricorrenti ai prezzi dei generici, una remunerazione che dal 2015 è calata del 25% anche per effetto dell’inflazione e un margine a scaglioni decrescenti (marge dégressive lissée, Mdl) che rappresenta ormai meno del 30% del compenso percepito dai farmacisti su medicinali, prodotti e prestazioni rimborsate. In Francia è dibattito aperto sulla riforma della remunerazione e sul tema stanno lavorando l’Igf e l’Igas, i due comitati consultivi del governo per le politiche finanziarie e sociosanitarie, con il compito di presentare valutazioni e proposte per la fine del prossimo gennaio.

Ma dell’argomento si è occupata anche la Fspf, la Federazione dei sindacati francesi dei titolari, con una consultazione che ha coinvolto 5.000 farmacisti e dei cui risultati riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien. Prima evidenza: la remunerazione mista, onorario più margine, è gradita ai titolari perché offre «una sicurezza rispetto ai ribassi dei prezzi dei medicinali».

Tra le richieste, invece, spicca l’introduzione di nuovi onorari per valorizzare meglio la varietà dei servizi oggi offerti dalle farmacie: dagli screening, in particolare i test diagnostici, alle consulenze sui farmaci; dalla presa in carico del paziente nel percorso di cura alle attività amministrative come l’aggiornamento del fascicolo sanitario, l’Asafo (Aide à la sécurisation des approvisionnements pharmaceutiques officinaux, supporto alla sicurezza degli approvvigionamenti), la modulistica per le terapie con gli analoghi del GLP-1, la gestione delle carenze, la sostituzione con generici e la consegna a domicilio. Un elenco lungo, seppur non esaustivo, di attività che i farmacisti ritengono oggi insufficientemente remunerate.

Nuovi onorari appaiono quindi indispensabili per valorizzare il lancio di nuovi servizi, come la consulenza per i diabetici di tipo 2 prevista al via dal 2027. I farmacisti ricordano inoltre l’insieme delle prestazioni quotidiane svolte senza alcuna remunerazione e chiedono che queste siano compensate «prima di crearne di nuove». Gli intervistati avanzano anche altre proposte di evoluzione del modello di remunerazione: in particolare la creazione di un «forfait di “struttura” in funzione della localizzazione della farmacia e del suo contesto medico-sociale»; una remunerazione a quota capitaria, per esempio in base al numero di pazienti cronici in carico; contributi dell’assicurazione sanitaria per le farmacie che dispongono di assistenti farmacisti.

Interpellati sull’opportunità di mantenere o meno i margini a scaglioni decrescenti, i farmacisti rispondono positivamente, ma a condizione di introdurre cambiamenti. Se pochi ne chiedono l’abolizione, la maggioranza ritiene che i parametri di calcolo vadano rivisti, anche attraverso «la creazione di ulteriori fasce con l’innalzamento delle soglie» e la «rivalutazione della remunerazione dei medicinali ad alto costo».

Come riassume la Fspf, i farmacisti auspicano «un adattamento e una trasformazione del modello attuale piuttosto che un big bang». Sono favorevoli a conservare la maggior parte delle modalità di remunerazione esistenti, introducendo però evoluzioni capaci di valorizzare meglio «il cuore del mestiere, la dispensazione del farmaco e il ruolo nel percorso di cura».

Nel complesso, i farmacisti osservano che «il modello attuale ha esaurito la sua spinta ed è necessario un progressivo passaggio verso una remunerazione per onorari e servizi, mettendo al contempo in sicurezza lail margine commerciale esistente». Un «modello misto» (margine garantito + remunerazione equa degli atti + obiettivi di salute), in grado di compensare la diminuzione dei volumi e i ribassi di prezzo. I farmacisti si dicono favorevoli all’evoluzione della professione e pronti ad accettare l’adozione di nuovi modelli, a condizione che «sia garantita la sostenibilità economica dei medicinali» e, soprattutto, che il governo «metta a disposizione le risorse» necessarie se intende affidare nuovi servizi alle farmacie.

I farmacisti indicano una direzione chiara e propongono soluzioni orientate alla prudenza, commenta Philippe Besset, presidente della Fspf. «Vogliono un’evoluzione, ma a patto che sia ben governata. Vogliono inoltre basarsi sul sistema degli onorari, al quale sono ormai abituati, e mantenere una base legata al farmaco».