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Francia, farmacie in rivolta contro il governo per i tagli agli sconti sui generici

26 Luglio 2025

Il confronto tra il governo francese e i farmacisti è ormai giunto a un punto di rottura. Dopo il fallimento del negoziato sulla riduzione degli sconti concessi alle farmacie sul generico, le principali sigle sindacali dei titolari di farmacia annunciano la mobilitazione. E usano toni da resa dei conti.

Il piano proposto dalla FspfF (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) che puntava a una mediazione è stato rigettato sia dal governo sia dalle altre organizzazioni di categoria. L’Esecutivo è pronto ad adottare un decreto – atteso per il 1° agosto – che fisserà lo sconto massimo sui generici al 30% e quello sui biosimilari al 15%, seguendo l’arbitrato di Matignon (la sede del Primo ministro). Il testo introdurrà inoltre un percorso graduale verso un doppio tetto al 20% (sui generici e biosimilari) entro il 2027, la cosiddetta formula «20-20».

Un’ipotesi che i farmacisti rigettano in blocco. «È una catastrofe» avverte Philippe Besset, presidente della Fspf «le conseguenze economiche saranno pesantissime: si parla di una perdita media di 15mila euro l’anno per farmacia».

Il “piano farmacia” presentato dalla Fspf il 24 luglio puntava a ottenere un tetto del 34% per i generici e del 15% per i biosimilari, rinunciando alla traiettoria «20-20» e aprendo una trattativa per riformare il sistema di remunerazione delle farmacie. Ma il progetto è stato bocciato su tutti i fronti. «Per il governo chiedevamo troppo, per il resto della professione non offrivamo abbastanza», ha spiegato Besset. «Il ministero della Salute era pronto a negoziare su un tetto superiore al 30%, a patto che la mobilitazione si fermasse. Ma la proposta è stata respinta dai sindacati. Ora non ci resta che prepararci al peggio».

Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine), Udgpo (Union des groupements de pharmaciens d’officine) e Federgy (associazione dei grossisti e distributori) non accettano nulla sotto il tetto attuale del 40% e annunciano battaglia. «Sacrificare i generici in cambio di qualche euro in più di onorario non è un compromesso accettabile» ha dichiarato il presidente dell’Udgpo, Laurent Filoche «con il 20-20 ci mettono il coltello alla gola. Siamo pronti a un conflitto duro. Andremo fino in fondo, fino a far cadere il governo».

Anche l’Uspo è sulla stessa linea. Rifiuta qualsiasi riduzione degli sconti commerciali e chiede, in cambio dei risparmi richiesti dalla legge di finanziamento della sanità (Plfss), una riforma strutturale della remunerazione, formalizzata in un nuovo accordo convenzionale. Il sindacato minaccia un’estensione della protesta se l’Esecutivo non farà marcia indietro.

La tensione cresce anche sul fronte delle azioni di protesta. Continua lo sciopero delle reperibilità notturne e festive e il rifiuto del “tiers payant conventionnel” (anticipo del pagamento da parte dell’assicurazione sanitaria). Si discute anche di una giornata di sciopero per il 16 agosto, con chiusura prolungata delle farmacie.

L’idea divide. La Fspf non è convinta dell’efficacia di un’azione in pieno agosto. «Dobbiamo guardare oltre, il decreto ormai non si cambia» sostiene Besset «la prossima tappa sarà settembre, con la riapertura dell’Assemblée nationale. Lì si giocherà la vera partita, con la legge finanziaria e il PLFSS. Non è uno sprint ma una maratona». Ma i toni si sono ormai radicalizzati. «Siamo in guerra contro il governo» ha detto ancora Besset «la nostra mano tesa è stata respinta, ora è scontro frontale. Dobbiamo far cadere il primo ministro al più presto».