In Francia, le piattaforme di home delivery che servono le farmacie potranno continuare a recapitare le ricette per conto dei clienti ma dovranno rimuovere da app e siti ogni riferimento, immagine o informazione che riguardi i farmaci con ricetta medica obbligatoria. È quanto ha deciso il Tribunale giudiziario di Parigi (che ah competenza nazionale in alcune materie come quelle commerciali) nella cusa che da tre anni oppone l’Ordine dei farmacisti francesi (Cnop, Conseil national de l’Ordre des pharmaciens) alla piattaforma Livmed’s.
Il Cnop aveva accusato Livmed’s di usare il recapito domiciliare per vendere farmaci, attività che la legge francese (come quella italiana) riserva alle farmacie. La sentenza del Tribunale parigino concede una mezza vittoria all’Ordine, perché ingiunge alla piattaforma di eliminare ogni menzione o riferimento ai farmaci con obbligo di ricetta, pena una sanzione di mille euro al giorno (sino a quando non verrà recepita la disposizione).
Al contempo, il Tribunale non ha avuto nulla da obiettare sulla raccolta e recapito delle ricette così come sulla vendita di farmaci senza obbligo di ricetta dal sito e dall’app di Livmed. A patto però che vengano rispettate alcune condizioni: per esempio, dovrà essere presente un pulsante che permetta l’“impression” (la stampa) di eventuali comunicazioni via testo tra paziente e farmacista.
Il giudice parigino ha inoltre rigettato due delle argomentazioni chiave del Cnop: primo, la piattaforma non deve essere necessariamente gestita da un farmacista (per il tribunale, in sostanza, Livmed’s è un «intermediario» digitale tra paziente e farmacista); secondo, per vendere farmaci di automedicazione la piattaforma non ha più bisogno dell’autorizzazione dell’Agenzia sanitaria regionale, superata dalla Legge francese per la semplificazione del 2020.
Il co-fondatore e ceo di Livmed’s, Talel Hakimi, ha accolto la sentenza con soddisfazione: «Si dissipa ogni dubbio sul nostro modello di intermediazione e gli si riconosce pieno diritto di esistere». Per il Cnop, invece, la vicenda è un promemoria rivolto ai tutti i farmacisti perché si attengano alle indicazioni dell’Ordine sulla vendita online pubblicate.