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Germania, aggiornate le regole del logo “A”: un marchio, non un simbolo

30 Aprile 2025

In Italia è la croce verde, in Germania una “A” gotica rossa su fondo bianco: simboli visivi diversi, ma con un punto in comune, quello di identificare le farmacie al pubblico. A differenza però dell’insegna italiana, la “A” rossa tedesca è un marchio registrato a tutti gli effetti, di proprietà esclusiva della Deutscher Apothekerverband (DAV, Associazione dei farmacisti tedeschi). E come ogni marchio tutelato, il suo uso è soggetto a regole precise, contenute nella “Apotheken-A-Fibel”, la guida pubblicata dall’Abda (Bundesvereinigung Deutscher Apothekerverbände, Federazione delle associazioni dei farmacisti tedeschi), che questo mese è uscita nella sua quarta edizione.

L’insegna “Apotheken-A” è un elemento grafico ben noto ai tedeschi. Raffigura una grande “A” gotica rossa (colore HKS 13, corrispondente a Pantone 485 o al rosso RGB 255/0/0) con al centro un calice e un serpente. La sua diffusione capillare ha reso il marchio un potente veicolo di riconoscibilità e fiducia. Ma proprio per questa forza comunicativa, negli anni non sono mancati abusi e tentativi di imitazione, talvolta anche da parte di soggetti della filiera, come accaduto tempo fa alla Bayerische Landesapothekerkammer (Blak, l’Ordine dei farmacisti della Baviera), costretta a modificare il proprio logo perché affiancava la “A” rossa allo stemma del Land.

Come spiega la guida, l’uso del marchio è riservato esclusivamente ai membri dell’associazione, ossia ai titolari di farmacia iscritti. Farmacie non aderenti, soggetti terzi o enti esterni (comprese le Camere e le associazioni professionali) possono impiegarlo solo previa autorizzazione scritta della Dav.

La guida aggiornata raccoglie numerosi esempi di utilizzo lecito e illecito. Tra i primi figurano insegne in cui la “A” è graficamente separata dal nome della farmacia, apposta sopra, sotto o accanto (ad esempio “Ballon Apotheke”, con la A a sinistra del nome), oppure usata al centro purché distanziata. È ammesso l’inserimento in icone per app mobili e anche qualche forma di adattamento tollerato, come la riproduzione su vetro o su tessuto non bianco, oppure la rappresentazione speculare (es. su insegne visibili da entrambi i lati).

Molto più nutrita è la casistica delle rappresentazioni vietate. Tra queste: la fusione della “A” con altri simboli o loghi, la modifica dei colori (in blu o in vetro satinato), l’inserimento della “A” all’interno della parola “Apotheke” oppure nel nome della farmacia. Inammissibile anche l’abbinamento con la croce verde, simbolo della farmacia in molti altri Paesi Italia compresa.

La storia recente ha visto un inasprimento dei controlli. Fino al 2013, la Dav si mostrava flessibile con le organizzazioni aderenti all’Abda, tollerando loghi ibridi. Tutto è cambiato con i casi Zur Rose e Dm, che utilizzarono la “A” in proprie campagne promozionali. La vicenda si concluse nel 2015 con una sentenza favorevole alla Dav e da allora le regole sono state irrigidite.