«Fino a 15 euro di risparmio» per ogni farmaco con ricetta acquistato online: è lo slogan della nuova campagna promozionale lanciata da DocMorris, la più nota tra le farmacie online con sede nei Paesi Bassi e attive sul mercato tedesco. Ma il messaggio è bastato per scatenare una nuova controversia tra il colosso dell’e-commerce farmaceutico e l’Ordine dei farmacisti della Renania Settentrionale (Apothekerkammer Nordrhein, Aknr), che ha già inviato una diffida formale (Abmahnung) al portale.
Lo scontro si riaccende a pochi giorni dalla sentenza del Bundesgerichtshof (Bgh, la Corte federale di giustizia), che il 17 luglio ha stabilito la legittimità dei bonus concessi nel 2012 da un operatore estero sulla vendita di medicinali con obbligo di prescrizione, dichiarando che non violavano la normativa allora vigente sul prezzo unico. Una decisione che ha dato nuovo slancio agli operatori stranieri, anche se – ricordano da più parti – si tratta di una conferma di quanto già affermato nel 2016 dalla Corte di giustizia dell’Unione europea.
L’Aknr, da tempo in prima linea sul fronte legale contro le promozioni dei distributori online, sottolinea però che l’attuale quadro normativo tedesco è cambiato. In particolare, continua a valere dal 2020 l’obbligo di prezzo fisso per i farmaci con ricetta a carico del Servizio sanitario pubblico, insieme al divieto di elargire omaggi o vantaggi economici nella pubblicità sanitaria (Heilmittelwerbegesetz, Hwg).
«I distributori esteri interpretano la sentenza del Bgh come un via libera generalizzato alla pubblicità con sconti sui farmaci con ricetta» ha dichiarato Armin Hoffmann, presidente dell’Aknr. «Ma dimenticano che il verdetto non si applica al diritto attualmente in vigore. Noi e il ministero federale della Salute restiamo convinti che il divieto di bonus previsto dal Codice della sicurezza sociale (Sozialgesetzbuch) valga oggi per tutti: farmacie fisiche e farmacie digitali».
La nuova campagna di DocMorris, secondo quanto riferito da Bettina Mecking, responsabile legale dell’Ordine, violerebbe proprio l’Hwg: «Abbiamo inviato una prima diffida tramite lo studio legale Friedrich Graf von Westphalen. Riteniamo che l’azione promozionale configuri un incentivo economico illegittimo legato alla vendita di farmaci con ricetta, anche se il bonus viene erogato solo in seguito o scontato in un ordine successivo».
Il meccanismo pubblicitario prevede infatti che il cliente, dopo almeno 14 giorni dall’acquisto, possa scegliere se ricevere il bonus alla fine del trimestre oppure utilizzarlo per un ordine successivo, comprensivo anche di prodotti da banco. In questo modo, osserva l’avvocata Anne Bongers-Gehlert, si incentiva indirettamente anche la vendita di medicinali non soggetti a prescrizione, con un effetto traino che la normativa intende evitare.
Non mancano poi i dubbi sul versante assicurativo. L’avvocato Morton Douglas rileva che i pazienti privatamente assicurati, se ottengono un rimborso dopo uno sconto retroattivo, dovrebbero segnalarlo alla propria compagnia, con il rischio di una riduzione della quota rimborsata. «La pubblicità» avverte «lascia intendere un vantaggio economico per il cliente, che però potrebbe rivelarsi illusorio».
L’Aknr non esclude ulteriori azioni legali contro DocMorris e altri operatori che dovessero proseguire con iniziative analoghe. «Il verdetto del Bgh si riferisce esclusivamente alla normativa precedente» ribadisce Mecking. «Le nuove promozioni si muovono in un contesto giuridico diverso, dove l’obiettivo è tutelare il paziente da messaggi commerciali fuorvianti o pressioni all’acquisto».