Il governo federale tedesco ha approvato l’altro ieri la riforma del servizio farmaceutico proposta dal ministero della Salute (Bmg), dando il via libera sia al provvedimento quadro sia alla nuova bozza di regolamento che modifica l’Apothekenbetriebsordnung (ApBetrO, le misure che disciplinano organizzazione e funzionamento delle farmacie) e l’Arzneimittelpreisverordnung (AMPreisV, il decreto sui prezzi dei medicinali). Accanto ai correttivi sugli orari di apertura e sulla cosiddetta ständige Dienstbereitschaft, l’obbligo di garantire la disponibilità del servizio, la riforma tocca però anche altri snodi centrali dell’assetto farmaceutico tedesco, suscitando una reazione molto critica da parte della categoria.
Il punto che concentra il maggiore malcontento dei farmacisti è l’assenza di qualsiasi intervento sull’onorario fisso per confezione dispensata, il cosiddetto Fixum, fermo dal 2013 e che il contratto di coalizione prometteva di innalzare a 9,50 euro. Camere e associazioni professionali chiedono un adeguamento immediato, avvertendo che un ulteriore rinvio accelera le chiusure di farmacie e mette a rischio la copertura territoriale del servizio. «Il legislatore ci ha affidato la fornitura di medicinali alla popolazione, compito che svolgiamo volentieri. Ma dal 2013 il compenso delle farmacie è congelato», ha denunciato Mathias Grau, vicepresidente dell’Associazione dei farmacisti della Bassa Sassonia (Landesapothekerverband Niedersachsen), sottolineando come l’aumento dei costi operativi, energetici e del personale stia rendendo insostenibile la gestione per molte strutture. Secondo Grau, portare la riforma in Consiglio dei ministri rinviando però a data indefinita l’aumento degli onorari significa che «la politica si sottrae alle proprie responsabilità» e accetta consapevolmente «la distruzione del sistema delle farmacie».
Sulla stessa linea Cathrin Burs, presidente della Camera dei farmacisti della Bassa Sassonia, che mette in guardia contro un pacchetto di misure presentate come flessibilizzazione ma destinate, a suo avviso, a tradursi in un abbassamento della qualità: dalla possibilità di sostituzioni orarie con i Pta (Pharmazeutisch-technische Assistenten, assistenti tecnico-farmaceutici che operano sotto la responsabilità del farmacista) all’estensione delle Zweigapotheken, le farmacie succursali dipendenti da una sede principale.
Tra gli altri punti del pacchetto, uno dei punti più delicati è quello degli orari di apertura e della cosiddetta ständige Dienstbereitschaft, l’obbligo di garantire una disponibilità continua del servizio. Nella prima versione della riforma il Ministero aveva ipotizzato di superare questo principio affidando alle autorità locali – in genere gli Ordini dei farmacisti – il compito di obbligare le singole farmacie a garantire il servizio 24 ore su 24. Una soluzione che aveva sollevato forti critiche sia da parte delle Camere sia dell’Abda (Bundesvereinigung Deutscher Apothekerverbände, la federazione che rappresenta le associazioni dei farmacisti tedeschi), che avevano denunciato il rischio di «un nuovo incubo burocratico.
Attualmente il regolamento tedesco stabilisce con precisione le fasce orarie in cui le farmacie non assegnate al servizio di guardia possono essere esentate dall’obbligo di apertura. Al di fuori di tali finestre, l’esercizio deve restare aperto, con eccezioni limitate alle festività locali, ai pomeriggi del mercoledì, ai sabati o ai periodi di ferie aziendali. Il nuovo testo introduce invece un criterio più flessibile, fondato su un monte ore minimo.
In futuro, secondo la proposta del Bmg, sarebbe sufficiente garantire un’apertura minima di sei ore al giorno dal lunedì al venerdì e di tre ore il sabato, sempre all’interno degli orari commerciali usuali del territorio. La scelta concreta delle fasce orarie verrebbe rimessa ai titolari. Resta inoltre la possibilità, per le Camere, di esentare le farmacie dall’obbligo di disponibilità anche in ulteriori periodi.
Rispetto alla normativa vigente, tuttavia, la bozza elimina la possibilità generale di esonerare le farmacie dal servizio il sabato. Un passaggio destinato a suscitare discussione, soprattutto in quei territori – come il distretto della Renania settentrionale – dove oggi è lasciata ai titolari la libertà di decidere se aprire o meno il sabato, con il solo obbligo di comunicazione e non di autorizzazione preventiva. La nuova formulazione, così com’è, sembra restringere questo margine.
Resta invariata, invece, la disciplina dei turni di emergenza per le Zweigapotheken, le farmacie succursali dipendenti da una sede principale. Questi esercizi possono essere assegnate a servizi di guardia di durata massima di due ore, nella fascia compresa tra le 9 e le 22, limite legato al fatto che non sono tenute a disporre di un locale per il pernottamento. La novità introdotta ora riguarda gli orari ordinari: le succursali dovranno garantire complessivamente non più di otto ore di apertura dal lunedì al sabato durante gli orari commerciali usuali, restando per il resto esentate dall’obbligo di disponibilità, fatta salva la partecipazione ai turni di emergenza.
Nel quadro della riforma resta centrale anche il tema del personale, in particolare dei Pta (Pharmazeutisch-technische Assistenten, assistenti tecnico-farmaceutici), figure sanitarie non laureate che in Germania svolgono un ruolo chiave nelle attività di dispensazione, preparazione e consulenza sotto la responsabilità del farmacista. La bozza conferma la linea del ministero orientata a una maggiore flessibilità organizzativa, anche attraverso nuove modalità di impiego e sostituzione di queste figure, previa «sperimentazione pratica».