Le aree più svantaggiate dell’Inghilterra possono fare ancora affidamento su un quorum farmacie per abitanti migliore che altrove (circa due esercizi ogni 10mila residenti) ma il trend delle chiusure rischia di compromettere l’accessibilità al servizio proprio dove è più necessario. È l’allarme lanciato da uno studio pubblicato sulla rivista Bmj Open, secondo il quale le comunità più deprivate hanno perso farmacie a un ritmo quasi quattro volte superiore rispetto alle zone più agiate.
La ricerca, condotta da un team del Population Health Sciences Institute dell’Università di Newcastle, ha analizzato la distribuzione delle farmacie territoriali (community pharmacies) tra il 2014 e il 2023, incrociando i dati con l’Index of multiple deprivation (Imd), che misura il grado di svantaggio socioeconomico nei quartieri inglesi. Nel 2023, le zone appartenenti al 20% più povero del Paese contavano in media 2,01 farmacie ogni 10.000 abitanti, contro 1,33 in quelle più ricche. Una fotografia che conferma la cosiddetta «positive pharmacy care law», ovvero il principio secondo cui l’accesso alle farmacie cresce con il livello di bisogno sanitario.
Ma il quadro si incrina se si osserva l’evoluzione degli ultimi anni. Tra il 2014 e il 2023, il numero medio di farmacie per 10.000 abitanti è sceso da 2,28 a 2,01 nelle aree più disagiate (-11,8%), mentre nelle più benestanti il calo è stato di appena il 3%, da 1,37 a 1,33. Complessivamente, nel 2023 l’Inghilterra registrava una media di 1,51 farmacie ogni 10.000 persone, in calo rispetto a 1,60 del 2014.
Il dato più allarmante, spiegano gli autori, è che «l’erosione del principio di equità rischia di colpire proprio le comunità con maggiori bisogni sanitari», dove le farmacie territoriali svolgono un ruolo chiave nell’accesso alle cure primarie. «C’è una crescente pressione su servizi e personale» si legge nello studio «e la riduzione della capacità potrebbe compromettere l’erogazione di nuovi servizi clinici avanzati nelle zone più povere».
Per Eman Zied Abozied, primo autore e ricercatore all’Università di Newcastle, il problema ha radici economiche: «I tagli ai finanziamenti hanno portato molte farmacie a chiudere, alimentando le disuguaglianze nell’accesso all’assistenza. La maggior parte delle persone vive ancora vicino a una farmacia, ma il calo complessivo mette sotto forte stress l’intero servizio». Se si chiede alle farmacie di sostenere il carico dei servizi clinici di primo livello, ha aggiunto, «servono risorse adeguate per permettere loro di farlo».
Dello stesso avviso Malcolm Harrison, chief executive della Company chemists’ association: «La legge della prossimità farmaceutica sta cedendo sotto il peso di dieci anni di sottofinanziamento. Le farmacie hanno dovuto chiudere o ridurre gli orari di apertura. L’aumento dei fondi annunciato dal governo è un buon primo passo, ma il gap tra costi sostenuti e rimborso per i servizi Nhs resta significativo».