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Inghilterra, consultazione pubblica per ampliare sostituzione in farmacia

19 Settembre 2025

È partita ieri la consultazione pubblica del Dipartimento della salute e dell’assistenza sociale inglese diretta a valutare un possibile ampliamento della sostituzione in farmacia. L’iniziativa, attesa da tempo, mira a concedere ai farmacisti maggiore «flessibilità» nella dispensazione, per esempio consentendo in alcune circostanze di fornire una diversa formulazione o un differente dosaggio del principio attivo prescritto. Secondo il governo, l’obiettivo è «migliorare l’accesso dei pazienti ai farmaci», «ridurre il carico sul sistema sanitario» e «favorire una presa in carico più centrata sulla persona». La consultazione resterà aperta fino all’11 dicembre e raccoglierà osservazioni e commenti per valutare impatti, rischi e benefici prima di decidere se procedere a una modifica legislativa.

L’ipotesi su cui si chiede un parere riguarda la revisione delle Human Medicines Regulations del 2012, per dare ai farmacisti di comunità strumenti con cui affrontare carenze e problemi di approvvigionamento evitando conseguenze negative per la salute dei pazienti. Il Dipartimento ha dichiarato di aver valutato diverse opzioni, da scenari molto circoscritti a soluzioni più ampie. La proposta attuale prevede che la flessibilità possa essere esercitata quando la farmacia non dispone del medicinale prescritto, il farmacista ritiene urgente fornire un’alternativa e non sarebbe possibile reperire il prodotto senza ritardi significativi. Resterebbero però esclusi – salvo eccezioni – i casi in cui sussista una grave carenza tanto del medicinale prescritto quanto dell’alternativa, per evitare «effetti a catena» sulla catena di fornitura. Una deroga potrà scattare soltanto se una “medicine supply notification” o un’allerta del sistema centrale autorizzino esplicitamente l’uso della sostituzione per gestire una specifica carenza.

Il Dipartimento invita inoltre a fornire dati su quante volte i farmacisti debbano oggi ricorrere a «modifiche minori» o rinviare pazienti ai medici per farsi riscrivere la ricetta, oppure casi di terapie avviate in ritardo che sarebbero stati evitati con la dispensazione di una diversa formulazione o dosaggio. «È positivo che il governo abbia ascoltato la Npa e altri lanciando una consultazione su questo tema» ha commentato alla rivista Chemist&Druggist Olivier Picard, presidente della National pharmacy association, secondo il quale l’attuale situazione «non è solo frustrante per i pazienti, è anche pericolosa. È assurdo rimandare un paziente dal medico per modificare una prescrizione quando in farmacia è disponibile un’alternativa sicura» ha aggiunto, sottolineando però che «qualsiasi cambiamento deve essere semplice e garantire una reale flessibilità», evitando di estendere sistemi ormai superati che non aiutano a gestire le carenze.