In Inghilterra fa ancora fatica a decollare Pharmacy First, il servizio del Nhs che da più di un anno delega alle farmacie la prima presa in carico di sette patologie a bassa complessità come emicrania e cistite. Lo dicono i dati diffusi dal Pharmaceutical Journal, secondo cui dall’avvio del programma a oggi le farmacie inglesi hanno perso oltre 71,6 milioni di sterline (circa 84 milioni di euro) per prestazioni non erogate.
Il servizio, partito a fine gennaio 2024, prevede che le farmacie aderenti offrano consultazioni cliniche (“clinical pathways”) in cambio di un contributo mensile forfettario di 1.000 sterline (circa 1.170 euro). Per usufruirne occorre superare un certo numero di consultazioni, che da marzo di quest’anno ammontano a 30 al mese. Ma sempre meno farmacie riscono a raggiungere il target: a maggio, in 6.551 farmacie — ll 62% degli esercizi aderenti, un record — non hanno ricevuto il contributo.
Secondo i dati dell’Nhs Business Services Authority, già al varo del servizio 1.553 farmacie non avevano erogato nemmeno una consultazione, perdendo oltre 1,5 milioni di sterline di contributi. Con il progressivo aumento delle soglie, i mancati rimborsi si sono moltiplicati: 2.347 farmacie escluse a marzo 2024, 4.655 in agosto, 6.240 a settembre. A gennaio 2025, con la soglia fissata a 25 consultazioni, sono rimaste fuori 5.665 farmacie; due mesi dopo, con l’asticella a 30, il numero è tornato a sfiorare quota seimila.
Pharmacy First era stato accolto come una delle principali innovazioni del sistema sanitario inglese, con l’obiettivo di alleggerire i medici di medicina generale dalle patologie minori e spostare parte della domanda assistenziale sulle farmacie. A oggi, secondo le stime, soltanto il 2% delle farmacie non ha ancora formalmente aderito al servizio, ma i numeri dimostrano che rispettare i parametri fissati resta un ostacolo diffuso.
Community Pharmacy England (Cpe, l’organismo di rappresentanza della farmacia) ha accolto con favore alcune modifiche introdotte a partire da giugno, tra le quali un pagamento intermedio di 500 sterline (585 euro) per chi effettua da 20 a 29 consultazioni mensili. «Abbiamo ottenuto l’introduzione di una nuova fascia di rimborso e lo spostamento dei cosiddetti “gateway points”, che dovrebbe rendere i target più raggiungibili» ha commentato Alastair Buxton, direttore dei servizi Nhs di Cpe. «Il settore ha fatto un lavoro straordinario per implementare Pharmacy First, ma le difficoltà non sono mancate: dalle procedure cliniche alla scarsa consapevolezza del pubblico, fino alle criticità nei rapporti con i medici di famiglia».
Il Department of Health and Social Care (Dhsc) ha rivendicato di avere ereditato «un settore farmaceutico sull’orlo del collasso dopo anni di trascuratezza» e di avere garantito «il primo vero aumento dei finanziamenti dal 2014, con un investimento di 617 milioni di sterline (circa 720 milioni di euro) in due anni». Per il governo, Pharmacy First resta «un tassello centrale del piano decennale per spostare le cure dagli ospedali al territorio».
Più cauta la National Pharmacy Association, che pur ribadendo la determinazione «a far funzionare il servizio», sottolinea come le soglie di pagamento troppo rigide e la scarsa partecipazione dei medici di base rallentino la diffusione del programma. «Servono più sinergie con i Gp e la possibilità di accesso diretto da parte dei pazienti, in modalità walk-in», ha dichiarato un portavoce, «solo così Pharmacy First potrà garantire un’assistenza davvero capillare e sostenibile».