Secondo un recente sondaggio condotto dal Pharmaceutical Journal, meno della metà (48 %) dei farmacisti che possiedono la qualifica di “independent prescriber” (Ip) compila ricette ogni giorno. Su 581 farmacisti che hanno risposto a tale domanda, ben il 44% (ossia 253) dichiara di essere qualificato come Ip — una percentuale in lieve crescita rispetto al 40% del sondaggio 2024.
Di coloro che rispondono, il 6% (14) riferisce di non aver mai prescritto; il 48% (122) lo fa quotidianamente; il 22% settimanalmente; l’8% mensilmente; il 2% annualmente; e il 14% meno di una volta all’anno. Nel sondaggio del 2024, il 10% dei prescrittori aveva detto di non aver mai firmato ricette, mentre il 47% lo faceva quotidianamente.
I dati mostrano che l’uso quotidiano della qualifica di prescrittore è nettamente più frequente tra i farmacisti che operano nelle strutture di cure primarie (Gp, general practice, e reti di cure primarie, Pcn, Primary care network): il 77% (59) di questi prescrittori la utilizzerebbe tutti i giorni.
In ambito ospedaliero, circa la metà (48%) dei farmacisti prescrittori dichiara un uso quotidiano. Ma tra i farmacisti che esercitano in farmacia di comunità (community pharmacy), solo il 30% circa userebbe la qualifica di Ip ogni giorno.
I motivi indicati per non usare la qualifica risultano piuttosto numerosi e spesso convergenti tra gli ambienti: il più citato è la «mancanza di opportunità» (57% dei prescrittori in tutti i contesti), seguita da mancanza di tempo (23%), mancanza di supporto da parte del datore di lavoro (19%) e mancanza di fiducia (18%). Altri ostacoli includono la carenza di personale in farmacia e la mancanza di finanziamento.
In particolare, tra i farmacisti cvhe lavorano in una farmacia di comunità, emerge in maniera accentuata la mancanza di tempo (citata dal 50%) e la difficoltà di accesso alle cartelle cliniche dei pazienti (50%).
Che cosa significa in concreto il ruolo del farmacista prescrittore (independent prescriber) nel Regno Unito? L’idea è che un farmacista opportunamente formato possa prescrivere medicinali autonomamente, entro limiti di competenza clinica, senza necessitare di un medico come supervisore. Il farmacista Ip è dunque autorizzato a gestire condizioni cliniche, modificare terapie e prescrivere nuovi farmaci per patologie che rientrano nella sua area di competenza, inclusi medicinali “unlicensed” (non autorizzati per quella specifica indicazione), e in alcuni casi sostanze controllate (escluse talune categorie, per esempio per il trattamento delle dipendenze)
Attualmente, tuttavia, i farmacisti Ip che operano nelle farmacie del territorio non possono emettere prescrizioni a carico del sistema sanitario nazionale, sebbene vi siano programmi pilota in atto (per esempio il Community Pharmacy Independent Prescribing Pathfinder Programme) per esplorare modalità integrate di prescrizione nelle farmacie di quartiere.
Inoltre, è previsto che a partire da settembre 2026 tutti i farmacisti neo-qualificati entreranno direttamente nel registro del General Pharmaceutical Council (Gphc) come prescrittori indipendenti (Pip, Pharmacist independent prescriber), integrando fin da subito questa competenza nel percorso formativo professionale.