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Inghilterra, sconcerto per la lettera della Bma che invita a boicottare Pharmacy First

14 Ottobre 2025

Profondo sconcerto e disappunto nel mondo della farmacia inglese dopo la diffusione di una lettera, attribuita a dirigenti della British Medical Association (Bma, l’associazione dei medici britannici), che invita i medici di famiglia a non indirizzare i pazienti verso le farmacie e, in caso di urgenza, a mandarli invece nei pronto soccorso. Il documento, rivelato dal quotidiano The Times, è stato interpretato come un invito al sabotaggio del programma Pharmacy First, il servizio che consente alle farmacie di comunità di gestire in autonomia alcune patologie minori.

La lettera, firmata da Becky Haines, membro del comitato nazionale dei medici di base della Bma, sarebbe stata inviata nel contesto di una disputa con il governo sui nuovi obblighi imposti agli studi medici in materia di prenotazioni online.

Nel testo, i firmatari sostengono che Pharmacy First è «un programma concepito per minare la categoria», perché secondo loro l’intento di Nhs England (il servizio sanitario nazionale inglese) sarebbe quello di «abituare i pazienti a essere visitati da persone meno qualificate, per ridurre progressivamente le loro aspettative». Da qui l’invito ai medici a non indirizzare i casi urgenti verso la farmacia, ma ai dipartimenti di emergenza (ossia il Pronto soccorso), «unico settore che le autorità non vogliono vedere sovraccaricato». Secondo quanto riferisce The Times, questa frase sarebbe poi stata rimossa in una versione successiva della lettera, inviata nuovamente ai medici di base.

Le reazioni delle organizzazioni della farmacia sono state immediate e durissime. «È estremamente deludente» ha dichiarato Henry Gregg, amministratore delegato della National Pharmacy Association (Npa) «che alcuni esponenti di vertice della Bma vogliano dissuadere i cittadini dall’utilizzare un servizio di successo e popolare come Pharmacy First. Un simile atteggiamento non aiuta i pazienti e contraddice l’obiettivo condiviso di migliorare l’accesso ai servizi sanitari di prossimità».

Gregg ha ricordato che il programma «è sicuro, efficace e conveniente per i pazienti» e che «funziona molto bene anche nella versione ampliata già adottata in Scozia, dove sostiene l’attività dei medici di base e degli altri servizi del sistema sanitario». Il futuro dell’assistenza territoriale, ha aggiunto, «dipende dalla collaborazione tra tutte le professioni: non troveremo soluzioni contrapponendo farmacisti e medici».

Sulla stessa linea Leyla Hannbeck, amministratrice delegata della Independent Pharmacies Association (Ipa), che ha definito «scioccante» il contenuto della lettera. «In un recente rapporto di Healthwatch, quasi l’80% dei pazienti che hanno utilizzato Pharmacy First ha dichiarato che lo farebbe di nuovo. Ai pazienti piace l’accessibilità, la comodità e la professionalità delle farmacie di comunità. Non interessa davvero ai firmatari di quella lettera ciò che vogliono i cittadini?» si è chiesta Hannbeck, invitando a «superare divisioni e rivalità» e a «lavorare insieme per ottenere un miglior finanziamento dell’assistenza primaria».

La Ipa ha inoltre chiesto al segretario alla Sanità Wes Streeting, al ministro Stephen Kinnock e al Dipartimento della salute di intervenire «per fermare queste spaccature e promuovere una cultura di collaborazione tra le professioni».

Nel tentativo di smorzare la polemica, il presidente del Consiglio della Bma Tom Dolphin e la presidente del Comitato dei medici di base per l’Inghilterra Katie Bramall hanno chiarito che la comunicazione «non è una lettera ufficiale della Bma». Le Local Medical Committees (Lmc, organismi locali indipendenti che rappresentano i medici di base), hanno spiegato, «non sono sotto la supervisione della Bma, che non ha avuto alcun ruolo nella redazione o nella diffusione del testo».

I vertici dell’associazione hanno aggiunto che il documento «è stato inviato per errore e senza il consenso degli autori» e che Nhs England avrebbe «strumentalizzato l’episodio per alimentare divisioni tra medici e farmacisti».

La Bma ha infine ribadito le sue raccomandazioni ufficiali: quando la capacità degli studi medici è satura, «i pazienti dovrebbero essere indirizzati al numero NHS 111, alle farmacie di comunità, ai centri di assistenza urgente e ai walk-in centres, ricorrendo ai pronto soccorso solo se strettamente necessario».

Pharmacy First, lanciato nel gennaio 2024 in Inghilterra, consente ai farmacisti di trattare direttamente sette comuni condizioni cliniche (tra cui otite, cistite e mal di gola), alleggerendo il carico dei medici di famiglia e migliorando l’accesso dei cittadini ai servizi di cura di prossimità. Un’iniziativa che ha riscosso ampio consenso pubblico e che ora, alla luce di questa polemica, appare al centro di una delicata partita di equilibri professionali nel sistema sanitario britannico.