Nel panorama delle cure primarie inglesi si va delineando un nuovo modello di assistenza territoriale che ha nella farmacia di comunità uno dei suoi perni. A tracciarne le coordinate è Richard Cattell, Deputy chief pharmaceutical officer per l’Inghilterra – una figura che, nella gerarchia del Nhs, affianca il Chief pharmaceutical officer nell’attuazione delle politiche sanitarie relative alla farmacia. In un editoriale pubblicato dalla rivista Chemist & Druggist, Cattell descrive il ruolo sempre più clinico che le farmacie saranno chiamate a ricoprire nel quadro della riforma in atto, imperniata sul nuovo concetto di Neighbourhood health service (servizio sanitario di prossimità).
Il progetto, contenuto nel 10-Year health plan del governo britannico, prevede una profonda trasformazione delle cure primarie, che dovranno progressivamente spostarsi dai grandi poli sanitari al cuore delle comunità, portando la sanità nelle “high street”, cioè tra la gente. È in questo contesto che si colloca il Neighbourhood health service, una rete di servizi erogati da team multiprofessionali integrati dove la farmacia di comunità è chiamata a diventare parte attiva e strutturale del sistema.
«Nei prossimi cinque anni» scrive Cattell «la farmacia di comunità passerà da un’attività incentrata prevalentemente sulla dispensazione dei farmaci a un ruolo clinico pienamente integrato nel neighbourhood health service». Le farmacie, infatti, saranno sempre più coinvolte nella presa in carico dei pazienti cronici, nella gestione di regimi terapeutici complessi, nei trattamenti per obesità, ipertensione e ipercolesterolemia. A ciò si aggiungeranno attività di prevenzione – dalla somministrazione di vaccini allo screening per diabete e malattie cardiovascolari – e la possibilità per i farmacisti di accedere alla cartella clinica elettronica unica del paziente, in modo da offrire un servizio continuo e condiviso con gli altri professionisti sanitari, a cominciare dai medici di medicina generale.
Una figura centrale del modello è il farmacista prescrittore: il numero degli independent prescribers (farmacisti abilitati a prescrivere in autonomia, anche fuori da protocolli predefiniti) è in costante crescita e rappresenta ormai il 9% dell’intera categoria. È una trasformazione strutturale: il governo ha già stanziato nuovi fondi per la formazione di 3.000 farmacisti prescrittori nel solo 2025/26, e altri 26.500 sterline per ciascun posto di foundation pharmacist (farmacista in formazione) nelle farmacie di comunità.
Ma la strategia britannica non si limita al farmacista: anche il ruolo del pharmacy technician (l’equivalente, in ambito clinico, dell’operatore tecnico di farmacia) viene potenziato, con nuovi programmi formativi e fondi per apprendistato che coinvolgeranno fino a 525 tirocinanti nel 2025/26. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un’organizzazione sanitaria capillare dove ogni professionista svolga funzioni integrate e complementari.
Secondo Cattell, l’espansione delle competenze cliniche dei farmacisti non può prescindere dal rafforzamento dell’intero comparto: «Resta fondamentale garantire che il settore continui a ricevere sostegno sul piano del personale e della formazione». E i dati sembrano confermarlo: tra il 2023 e il 2024 il numero complessivo di farmacisti è aumentato del 5%, con quasi 1.500 unità in più. Ancora più significativa la crescita delle posizioni per tecnici tirocinanti, salite del 22%.
Dalle parole del Deputy Chief Pharmaceutical Officer emerge un progetto coerente e sistemico, che vede la farmacia diventare presidio clinico a tutti gli effetti, in stretta sinergia con gli altri professionisti delle cure primarie. Un modello che, pur nella distanza tra i due sistemi sanitari, merita l’attenzione del dibattito italiano. La riforma delle cure territoriali avviata anche nel nostro Paese – tra case di comunità, centrali operative e potenziamento della medicina generale – potrebbe trarre spunti utili da questa visione. A patto, naturalmente, che vengano create le condizioni per uno sviluppo parallelo di formazione, autonomia professionale e strumenti digitali.