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Sentenza della Corte di giustizia Ue: il mannosio è un farmaco

14 Marzo 2025

Ai sensi delle normative europee vigenti, è fuori di dubbio che il mannosio eserciti un’azione farmacologica e, di conseguenza, la sua classificazione da parte degli Stati Ue deve tenere in considerazione tale evidenza. È quanto stabilisce la sentenza con cui la Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue) si è espressa sulla richiesta di pronuncia pregiudiziale presentata dal Bundesgerichtshof (Bgh, la Corte federale di giustizia tedesca) riguardo alla classificazione da dare a un prodotto in commercio in Germania.

L’origine della vicenda risale all’azione legale avviata dal Verband Sozialer Wettbewerb (Vsw, un’associazione di industriali che vigila sulla concorrenza) contro la commercializzazione di Femannose, un prodotto contenente D-mannosio ed estratto di mirtillo rosso, indicato per la prevenzione e il trattamento di cistiti e infezioni urinarie. Come noto il mannosio è uno zucchero semplice che si lega ai batteri di Escherichia coli, i principali responsabili delle infezioni urinarie, impedendone l’adesione alle mucose vescicali e favorendone l’eliminazione.

L’azienda Klosterfrau commercializza dal 2017 un prodotto a base di mannosio, Femannose N, come dispositivo medico, ma per la Vsw si tratta di concorrenza sleale e ha avviato una causa legale. La Bgh, chiamata a esprimersi, si è rivolta alla Cgue per una pronuncia pregiudiziale.

Nella sua sentenza, la Corte europea ha stabilito che «un composto che, tramite un legame reversibile con i batteri, ne impedisce l’adesione alle cellule umane, esercita un effetto farmacologico ai sensi della normativa vigente». Una conclusione coerente con precedenti decisioni della stessa Corte, che aveva già riconosciuto la natura farmacologica di sostanze interagenti con componenti cellulari di batteri, virus o parassiti. Ora il caso torna alla Bgh, che dovrà pronunciarsi sulla classificazione normativa del mannosio tenendo conto delle indicazioni fornite dalla Cgue.