In Comunitat Valenciana (la Regione autonoma di Valencia) , le farmacie scendono sul piede di guerra per protestare contro i ritardi rimborsi. La protesta è stata formalizzata dal Consejo Autonómico de Colegios de Farmacéuticos de la Comunidad Valenciana — l’organo che riunisce gli ordini provinciali di Alicante, Castellón e Valencia — in seguito alla conferma del mancato pagamento da parte della Generalitat Valenciana (il governo regionale) della fattura farmaceutica di maggio.
Il nodo è di tipo finanziario ma l’impatto è fortemente strutturale. Se non verrà attivato in tempi stretti il Fla (Fondo de liquidez autonómico, un meccanismo di supporto statale per le finanze regionali), il governo valenciano non potrà saldare le fatture dei farmacisti titolari. A lanciare l’allarme è stato lo stesso Consiglio dei farmacisti: «La situazione» si legge in una nota ufficiale «mette gravemente a rischio la sopravvivenza economica di molte farmacie, soprattutto quelle situate in aree rurali o a bassa densità abitativa, o in comuni ancora colpiti dalle recenti emergenze, come la Dana (fenomeno temporalesco tipico della penisola iberica, ndr) dello scorso ottobre».
Il Consiglio regionale non usa mezzi termini: «È inaccettabile che la stabilità di un servizio sanitario essenziale come la rete delle farmacie sia legata alla disponibilità occasionale di fondi straordinari». E ancora: «Le farmacie non possono essere le vittime ricorrenti della mancanza di pianificazione. Tornare agli impagati dopo undici anni significa riaprire una ferita mai chiusa».
Per affrontare l’emergenza, è stata inviata una richiesta urgente di incontro al ministero delle Finanze e sono in corso consultazioni tra i tre Collegi provinciali per adottare contromisure, anche di tipo istituzionale. Le assemblee straordinarie si sono riunite ieri e hanno stigmatizzato i ritardi della Regione nei pagamenti. «Ringraziamo la volontà di risolvere il problema da parte della Conselleria e del Ministero, ma le parole non pagano le fatture», ribadisce il Consiglio.
Il caso sta accendendo anche lo scontro politico tra governo centrale e governo regionale. Il ministro della Salute, Mónica García, ha puntato il dito contro l’amministrazione valenciana: «Spieghino perché non hanno pagato le farmacie», ha detto, ricordando che le Regioni dispongono oggi di oltre 300 miliardi di euro in più rispetto al passato, anche grazie ai fondi europei. «Poi, ciascuna Regione decide come spendere: c’è chi riduce le tasse ai più ricchi, chi investe nei corride e chi nella sanità. Non è competenza mia», ha aggiunto.
Dal canto suo, la consigliera alle Finanze della Generalitat Valenciana, Ruth Merino, ha definito «incomprensibile» il blocco del Fla straordinario da parte del governo centrale, che avrebbe dovuto sbloccare 2,5 miliardi di euro per la Regione, di cui 1,9 attesi per luglio. «Si tratta soltanto di una questione di volontà politica», ha dichiarato, chiedendo un intervento immediato.
Il sistema sanitario spagnolo è strutturato, come in Italia, su base regionale: lo Stato definisce i criteri generali, ma la gestione concreta è affidata alle 17 Comunità autonome. A ciascuna spetta il compito di stipulare convenzioni con le farmacie, remunerare le prestazioni e garantire l’accesso ai farmaci rimborsati. Le farmacie, a loro volta, anticipano la dispensazione dei medicinali prescritti e ricevono un rimborso a posteriori dal sistema sanitario regionale.
Il Fondo de liquidez autonómico (Fla) è un meccanismo introdotto nel 2012 per aiutare le Regioni con difficoltà di liquidità a far fronte alle spese essenziali, come stipendi e forniture sanitarie. Senza l’attivazione di questo strumento, alcune amministrazioni regionali — come quella valenciana — non riescono a rispettare i tempi di pagamento.
Il timore, oggi, è quello di tornare ai tempi bui del 2012-2014, quando i ritardi della Generalitat avevano messo in ginocchio centinaia di farmacie, costrette a indebitarsi o a ridurre il servizio. «La rete farmaceutica non può reggersi su soluzioni provvisorie. Serve un impegno chiaro e duraturo», ha concluso il Consiglio.