Un nuovo studio condotto in Danimarca e pubblicato sulla rivista scientifica Eurosurveillance conferma in modo netto i benefici della vaccinazione contro l’Hpv (Papillomavirus umano): nei gruppi di popolazione femminile vaccinata, i ceppi virali più pericolosi sono praticamente scomparsi. Il risultato – evidenziano gli autori – rafforza l’importanza di una immunizzazione precoce, prima dell’inizio dell’attività sessuale.
La ricerca ha preso in esame circa 17mila campioni cellulari raccolti tra il 2014 e il 2021 da 8.659 donne tra i 22 e i 30 anni, sottoposte a screening per il tumore della cervice uterina. I risultati sono netti: nel 2021 meno dell’1% delle donne vaccinate risultava infettato dai ceppi Hpv 16 e 18, quelli più comunemente associati al carcinoma cervicale. Prima del 2008 – anno di introduzione della vaccinazione per le adolescenti danesi – la prevalenza di infezioni da Hpv 16/18 si attestava tra il 15 e il 17%.
Anche tra le donne non vaccinate si è osservata una significativa riduzione: nel 2021 solo il 5% era positivo ai due ceppi ad alto rischio. Secondo gli autori, questo dato «suggerisce una forte immunità di gregge nella popolazione danese nei confronti di questi genotipi virali».
Secondo lo studio, «almeno 14 dei più di 100 tipi di HpvV sono considerati ad alto rischio oncogeno», e tra questi Hpv 16 e 18 sono responsabili di circa il 70% dei casi di carcinoma cervicale. «Prima dell’introduzione della vaccinazione, circa tre quarti delle donne danesi colpite da tumore alla cervice risultavano infettate da HPV 16 o 18» si legge nell’articolo.
Il tumore della cervice uterina è la seconda neoplasia più frequente in Europa tra le donne tra i 15 e i 44 anni, dopo il tumore al seno. La vaccinazione precoce, idealmente prima del debutto sessuale, riduce drasticamente il rischio di sviluppare questa forma di cancro, sottolineano gli autori.
Lo studio è stato pubblicato su Eurosurveillance, rivista scientifica edita dallo Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), agenzia dell’Unione europea con sede a Stoccolma. L’evidenza danese si aggiunge a un crescente corpo di studi che confermano l’impatto della vaccinazione anti-Hpv nella prevenzione oncologica.