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Uk, farmacie online sempre più popolari ma aumentano anche le irregolarità

3 Maggio 2022

Nel Regno Unito la pandemia ha accresciuto la popolarità delle farmacie online forse ancora più che in Italia: secondo dati di Nhs Digital, l’agenzia statistica della sanità pubblica inglese, i pazienti che hanno indicato un sito di e-pharmacy quale prima opzione per l’invio delle ricette dematerializzate del Nhs sono cresciuti dai 999.498 del marzo 2020 ai 1.950.497 del marzo 2022. Anche i consumi mostrano la stessa evidenza: in sei anni le farmacie online hanno quadruplicato il numero dei prodotti dispensati su ricetta, dai 13,2 milioni del 2016 ai 52,9 milioni del 2021, mentre i volumi provenienti dalle farmacie in calce e mattoni sono cresciuti nello stesso periodo del 2,3%, dai 1.110 milioni del 2016 ai 1.129 del 2021.

Secondo quanto riferisce un dossier del Pharmaceutical Journal, tuttavia, non sono soltanto aumentate le vendite delle farmacie online, ma anche le segnalazioni di errori e inadempienze. Di fatto, sottolinea la rivista, le farmacie che vendono a distanza incorrono in irregolarità più frequentemente di quanto facciano gli esercizi “fisici”.

A rivelarlo, spiega il giornale, è un’analisi di tutti i rapporti ispettivi condotti dall’aprile 2019 dal General pharmaceutical council (Gphc), l’ente inglese che vigila sul rispetto delle regole deontologiche e normative da parte di farmacie e farmacisti. Delle 129 farmacie online sottoposte a ispezione fino al 30 marzo scorso, rileva il Pharmaceutical Journal, 28 (ossia il 21,7% del totale) sono risultate sotto lo standard in almeno una delle verifiche di routine. Tra le 2.808 farmacie in calce e mattoni ispezionate nello stesso periodo, invece, hanno mostrato almeno una inadeguatezza soltanto in 75, ossia il 2,6% del totale.

In una lettera inviata nell’agosto 2021 alle associazioni sindacali delle farmacie, Claire, direttore analisi e attività ispettive del General pharmaceutical council, ha segnalato «problemi per la sicurezza dei pazienti a carico delle farmacie online che dispensano su ricetta firmata da un medico dell’Unione europea o da servizi di prescrizione a distanza». Le linee guida emanate dal Gphc autorizzano le farmacie online a lavorare con medici ubicati con sede all’estero, a patto però che rispettino le norme di sicurezza vigenti nel Regno Unito. «Le nostre ispezioni» ha scritto Bryce-Smith «hanno svelato che le regole del servizio non vengono rispettate».

Tra le violazioni più frequenti, l’assenza di titoli che certifichino che il prescrittore residente nel Paese estero sia autorizzato a spedire ricette digitali dal suo Stato, così come la mancanza di controlli da parte della farmacia online che assicurino il rispetto da parte del medico delle regole sulla prescrizione in vigore nel Regno Unito.

L’analisi del Pharmaceutical Journal, inoltre, rivela che un terzo dei rapporti ispettivi riguardanti inadempienze a carico delle farmacie online riguardano siti collegati con servizi per la prescrizione a distanza ubicati al di fuori del Regno Unito, nella maggior parte dei casi in Romania, Repubblica Ceca e Germania. In questo modo, si sottraggono ai controlli della Care quality commission (Cqc), l’ente britannico che vigila sulla qualità delle strutture sanitarie.

La rivista cita al riguardo la farmacia online Fcl Chemist, nel Derbyshire, che utilizza un servizio di prescrizione online con sede in Romania: «Il 95% delle prescrizioni effettuate dai suoi medici riguarda oppioidi e farmaci stupefacenti», riporta il Gphc, ma la farmacia non è stata in grado di dimostrare che le ricette in arrivo sono sottoposte a verifica per prevenire abusi.

Un altro caso è quello di Pharmacy First, a Manchester, che utilizza servizi di prescrizione ubicati in Repubblica Ceca: un ispettore del Gphc ha segnalato il caso di un paziente che per quattro anni ha ottenuto dalla farmacia diversi medicinali a base di codeina, con otto diversi ordini negli ultimi 12 mesi.

In altre farmacie online sono state reperite ricette intestate allo stesso paziente per 13 forniture di diidrocodeina da 100 compresse/30 mg in dieci mesi, oppure sette dispensazioni di zopiclone da 7,5 mg in un mese. Il problema, spiega il Pharmaceutical Journal, è che nella sua attività ispettiva il Gphc deve fare i conti con alcuni ostacoli. Il più importante, deriva dal fatto che la sua vigilanza è indirizzata alle farmacie, mentre a sorvegliare su prescrizioni e attività degli ambulatori medici è la già citata Cqc. «Man mano che i servizi digitali crescono in popolarità e ampiezza» è la conclusione della rivista «la capacità delle autorità di intervenire si farà sempre più tenue».