Il gruppo americano Purdue Pharma, coinvolto nello scandalo degli oppiacei che ad agosto è costato a Johnson & Johnson una sanzione di 572 milioni di dollari, ha dichiarato fallimento per evitare il mega-processo in programma a fine ottobre in Ohio. L’operazione, come spiega un articolo del Quotidien du pharmacien, è parte dell’accordo che i proprietari del gruppo, la famiglia Sackler, ha proposto a 45 Stati e a 2.300 amministrazioni cittadine per rifonderle delle spese sostenute per curare le dipendenze da Oxycontin, il farmaco di Purdue Pharma a base di ossicodone.
Dal fallimento, riferisce la rivista francese, la famiglia spera di ricavare circa 10 miliardi di dollari, che andrebbero interamente alle comunità locali e si aggiungerebbero ai 12 miliardi già proposti ai duemila querelanti del processo in Ohio e ai tre messi sul piatto direttamente dalla famiglia. Nella stessa proposta è anche previsto che l’azienda sia ceduta a un consorzio tra gli Stati e le città coinvolte e che la britannica Mundipharma venga venduta.
Su Purdue Pharma pesa la grave accusa di avere spinto per lungo tempi i medici americani a prescrivere Oxycontin e avere così causato la crescente dipendenza da oppiacei di decine di migliaia di americani. Secondo i Centers for disease control and prevention, questi antidolorifici sono responsabili della morte di 47mila persone tra il 2017 e il 2018. Soltanto una parte dei querelanti e degli Stati ha finora accettato la proposta di accordo della famiglia Sackler.