estero

Vicino al debutto “Ma Pharmacie en France”, il marketplace delle farmacie

23 Maggio 2025

Contro Amazon le altre grandi piattaforme del commercio online. la farmacia francese rilancia un modello digitale tutto suo: “Ma Pharmacie en France”, portale di servizi online costruito dalle associazioni della professione per offrire ai farmacisti titolari uno strumento condiviso di presenza sul web, alternativo ai marketplace generalisti. Il progetto è stato ufficializzato il 22 maggio con la firma di un’alleanza tra rappresentanze sindacali e associative della farmacia e La Poste Santé & Autonomie, la divisione sanitaria del servizio postale francese, che curerà lo sviluppo tecnologico.

Il nuovo marketplace, spiegano i promotori, risponde da un lato alla pressione del governo Attal per una maggiore liberalizzazione nella vendita online dei farmaci, dall’altro alla necessità di offrire un’alternativa ai giganti del commercio digitale. Il portale sarà operativo da ottobre e aperto a tutte le farmacie, con o senza appartenenza associativa, dietro adesione mensile (a partire da 49 euro).

Dietro “Ma Pharmacie en France” c’è un ampio fronte unitario: i gruppi d’acquisto come Federgy, Udgpo (Union des groupements de pharmaciens d’officine) e Le Collectif, e i sindacati Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) e Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine). Con La Poste Santé & Autonomie è stata costituita una joint venture, di cui il 67% è detenuto dalla professione.

Il portale sarà un ambiente «sovrano e sicuro, che rispetta il modello della farmacia francese», ha dichiarato Alain Grollaud, presidente di Federgy e principale promotore del progetto. Le prime quattro “mattonelle” funzionali previste sono:

– vendita online di farmaci senza obbligo di ricetta, integratori e prodotti di parafarmacia;

– consegna a domicilio dei medicinali, ma solo dopo la dispensazione in farmacia;

– agenda digitale per prenotare vaccinazioni, colloqui e altri servizi dell’officina;

– canale di comunicazione per valorizzare i servizi della farmacia, informare sui turni di guardia e diffondere messaggi di salute pubblica.

È prevista anche una sezione di teleservizi per il consiglio farmaceutico, mentre La Poste sta lavorando all’integrazione dell’intelligenza artificiale per rilevare interazioni farmacologiche e ricette false, con l’obiettivo – sostengono i farmacisti coinvolti – di superare in efficacia la piattaforma Asafo-Pharma della sanità pubblica.

Tra gli sviluppi futuri, il collegamento con Careside, piattaforma della stessa La Poste per la gestione dei percorsi di cura, utile in particolare per il ritorno a casa dopo il ricovero. «Riporteremo in farmacia quei pazienti che sono andati altrove, anche da attori come i Psad (fornitori di servizi a domicilio, ndr)», afferma Grollaud. In cantiere anche un servizio per la gestione dei “prodotti mancanti” mediante cessione tra farmacie, come già avviene per i vaccini antinfluenzali.

Ora la sfida è costruire una massa critica. Servono almeno 3.500-4.000 farmacie aderenti per garantire la sostenibilità economica del progetto. «È una risposta a una domanda sociale. Non si può andare contro», conclude Grollaud.