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Da The Bridge un’Agenda della sanità di domani con la farmacia al centro

10 Maggio 2024

Per riformare la sanità italiana in modo da garantirne la sostenibilità sul lungo periodo occorre un piano di interventi declinato su cinque azioni-chiave: apertura all’assistenza integrativa, investimenti nella ricerca clinica, gestione dei dati sanitari, sviluppo delle professioni, transizione energetica. È la premessa da cui prende le mosse l’Agenda della salute, il manifesto presentato ieri a Roma da Fondazione The Bridge in collaborazione con le università di Pavia e Milano per una sanità efficiente, equa e sostenibile. «Il nostro Paese» ha dichiarato Rosaria Iardino, presidente della Fondazione «ha bisogno di promuovere un percorso progressivo di riforma che, assicurando equità e universalismo, consenta di recuperare appropriatezza, efficacia ed efficienza delle cure».

In tale prospettiva, l’Agenda presentata ieri a Roma mira a fissare le linee d’indirizzo di tale riforma enucleando i temi chiave su cui va concentrata l’attenzione e coinvolgendo società scientifiche, partiti, istituzioni, aziende farmaceutiche, associazioni dei pazienti e figure chiave del settore. «Questi temi» ha spiegato Alessandro Venturi, professore di Diritto amministrativo e Diritto regionale e degli enti locali all’università degli Studi di Pavia «sono rivoluzionari e fondamentali per il futuro del Ssn. La sanità integrativa è tra i punti più importanti. Da tempo leggiamo che la spesa privata per la sanità in Italia è aumentata, ma questo non è vero. Quella vera ammonta a 17 miliardi e noi auspichiamo un sistema che riduca il più possibile la spesa out of pocket pura e aumenti la spesa intermediata da fondi assicurativi e mutualistici. In un quadro, però, dove il Ssn con i suoi 136 miliardi di spesa copre ancora il prevalente fabbisogno di tutti i cittadini italiani».

Cruciale anche il tema dei dati sanitari (per il quale ha contribuito all’elaborazione delle proposte dell’Agenda Antonio Recchia, direttore generale di Federfarma Lombardia): in questo caso, l’invito che arriva dalla Fondazione The Bridge è quello di seguire la strada già imboccata dall’Ue con lo Spazio europeo dei dati sanitari (Ehds), ossia «adeguare le regole per consentire la sperimentazione delle attività di ricerca basate sui dati sanitari, tenendo conto del diritto alla riservatezza ma senza pregiudicare le esigenze di celerità, di urgenza, di garanzia di salute del paziente». In particolare, «la proposta è quella di sperimentare una modalità innovativa per affrontare in un ambiente protetto, e dunque in sicurezza, i limiti posti all’utilizzo dei dati sanitari da parte delle autorità amministrative e di vigilanza e delle strutture di controllo interno alle entità impegnate nella ricerca scientifica».

Altro tema chiave di forte interesse per gli operatori, l’evoluzione delle figure sanitarie professionali (dove ha partecipato alla stesura dell’Agenda Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia): in questo caso, l’invito è quello di «prevedere una riforma della formazione specialistica e delle lauree triennali abilitanti affinché si possa rispondere alle esigenze della sanità in ottica one health e in chiave di sviluppo delle nuove tecnologie».

In questo capitolo, uno specifico focus viene dedicato alla farmacia dei servizi: «Passo importante» scrive il documento «sarà l’estensione delle attività di telemedicina, che permetteranno di snellire le liste d’attesa, semplificando la quotidianità dei cittadini. Nel prossimo futuro è auspicabile che si possano eseguire anche in regime convenzionato, per consentire alla popolazione un accesso ancora più ampio a questi servizi. Le farmacie giocano un ruolo fondamentale, a titolo di esempio, nella prevenzione delle patologie cardiovascolari». La digitalizzazione, in particolare, «è la chiave di volta per l’attivazione del monitoraggio dell’aderenza alla terapia. Innovare non vuol dire soltanto progettare e adottare strumenti gestionali, diagnostici e terapeutici innovativi, bensì metterli a disposizione dei cittadini. Basti pensare ai farmaci innovativi di difficile accesso da parte degli assistiti in quanto erogati esclusivamente per il tramite delle Agenzie di Tutela della Salute e degli ospedali: la dispensazione di questa tipologia di farmaci da parte dei farmacisti richiederebbe, naturalmente, una loro formazione specifica; è proprio grazie alla formazione che il farmacista del futuro si configurerà, sempre di più, come un vero e proprio consulente della salute e del benessere, un professionista della salute in grado di fare la differenza nelle scelte quotidiane dei propri pazienti».