La collaborazione tra farmacie e servizio sanitario che da tempo caratterizza la Lombardia è stata ulteriormente rafforzata dall’esperienza della pandemia e per le Aziende sanitarie del territorio rappresenta oggi la base sulla quale costruire nuovi servizi imperniati sulla prossimità. È l’evidenza che arriva dal forum Laboratorio Sanità 20/30, promosso il 14 e 15 giugno a Bergamo dalla Fondazione per l’innovazione e la sicurezza in sanità, l’Ats e l’Asst Spedali civili del capoluogo e Gutenberg, con il patrocinio di Agenas, Conferenza delle Regioni, Regione Lombardia, Fofi e Federfarma Lombardia.
Gli spunti principali, in particolare, sono arrivati dal convegno che mercoledì ha visto rappresentanti della sanità regionale, della farmacia e della professione confrontarsi sui nuovi ruoli delle farmacie all’interno della rete dei servizi assistenziali territoriali. L’incontro, coordinato da Gianni Petrosillo, presidente del Sunifar, ha visto gli interventi, tra gli altri, del presidente di Federfarma nazionale, Marco Cossolo, del segretario nazionale Roberto Tobia, di Ida Fortino, dirigente Uo Farmaceutica e dispositivi medici della Direzione generale welfare della Regione, di Anna Lisa Mandorino, segretario generale di Cittadinanzattiva, Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia, e di Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, che ha ricordato l’evoluzione della farmacia italiana da luogo di dispensazione del farmaco a presidio di servizi per la presa in carico degli assisti e si è soffermata sui nuovi ruoli che la riforma della sanità lombarda riconosce alla rete dei presidi farmaceutici. Proprio in tale cornice, ha sottolineato, Federfarma Lombardia si sta confrontando con la Regione su un pacchetto di proposte che comprendono la telemedicina e la riconciliazione farmacologica.
Michela Bialetti, vicepresidente di Federfarma Bergamo, ha ricordato dal canto suo l’impegno profuso dalle farmacie del territorio in questa parte della Lombardia, dove il covid ha colpito con particolare durezza (più di seimila morti in tre mesi). «I farmacisti del territorio non hanno esitato a mettersi in gioco mostrando una resilienza non comune» spiega a FPress «un caso emblematico in tal senso arriva dalla fornitura di ossigeno liquido ai malati covid domiciliarizzati. Le norme in vigore in Lombardia non aiutavano rispetto alle necessità di quel momento, Ats Bergamo su segnalazione delle farmacie ha riportato alla Regione il problema e la Regione ha modificato le regole in corso».
Più in generale, con tamponi, vaccini, stampa dei green pass e molto altro ancora, le farmacie hanno dimostrato di essere un riferimento affidabile ed efficiente per l’assistenza di prossimità. «Riguardo alla campagna vaccinale» continua Bialetti «ricordo per esempio i mini-hub istituiti nella provincia di Bergamo per consentire anche alle piccole farmacie di vaccinare».
Queste iniziative, così come quelle avviate dalle farmacie delle altre province lombarde, hanno finito per attirare l’attenzione delle aziende sanitarie, che oggi guardano alla rete dei presidi farmaceutici come una risorsa che va coinvolta in modo più esteso. «Sono molti i colleghi che oggi dicono di avere notato un’aria nuova» conclude Bialetti «oggi la farmacia è guardata con attenzione e fioccano progetti, per esempio sulla telemedicina, che comprendono anche la remunerazione delle farmacie».