Si sono aperti ieri a Milano i lavori del 45° Congresso internazionale di Storia della farmacia, organizzato dall’Accademia italiana di Storia della farmacia in collaborazione con Federfarma Milano che ha anche concesso il patrocinio. Ospitata nell’aula magna dell’università degli Studi, la cerimonia inaugurale è stata l’occasione per ricordare valori e principi della ricerca storica, il cui fine – come ha ricordato in apertura il presidente dell’Accademia italiana, Angelo Beccarelli – è quello di arricchire la conoscenza e rafforzare la consapevolezza di ciò che è la professione e quale cammino ha seguito per diventare ciò che oggi è.
Tra gli ospiti del convegno inaugurale il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, che ha esortato i farmacisti a tramandare la grande eredità storica che li contraddistingue. «La professione che vuole scrivere il suo futuro» ha ricordato «non può prescindere dal proprio passato».
Manuela Bandi, vicepresidente di Federfarma Milano e direttore della Fondazione Muralti (l’ente che del sindacato meneghino che cura la formazione degli iscritti), ha dato ai partecipanti il benvenuto nel capoluogo lombardo e ha ricordato l’instancabile impegno dei farmacisti italiani per dare sempre nuovi contenuti alla professione, come dimostra la recente apertura alle vaccinazioni in farmacia.
Tra gli altri ospiti che hanno portato il loro saluto Marina Carini, prorettore dell’università degli Studi e docente di chimica farmaceutica, Axel Helmstädter, presidente dell’International society for the history of pharmacy, e Bruno Bonnemain, vicepresidente.
Il congresso prosegue oggi con una giornata interamente dedicata a sessioni e seminari di ricerca. In particolare, Adriana Elena Taerel parlerà di rimedi cosmetici e terapeutici nell’opera del poeta Publio Ovidio Nasone, Elena Lehmann tratterà di parafarmacia e profumeria nell’antica Roma, Carlotta Mazzanti si soffermerà sul caso di Taranto nella terza pandemia di peste in Europa.