La carenza di farmaci nei Paesi europei ha ricevuto finora dall’Ue «risposte timide e insufficienti», tra le quali una direttiva, il Critical Medicines Act, che «stanzia risorse minimali per affrontare le debolezze di un mercato unico troppo frammentato». È il duro atto d’accusa con cui Egualia, l’associazione italiana dei produttori di farmaci generici, commenta l’alert lanciato l’altro ieri dalla Corte dei conti Ue, che in una rapporto pubblico aveva accusato l’Ue di non disporre di un «sistema efficace per affrontare le carenze».
«Sono osservazioni più che condivisibili» osserva in unanota il presidente di Egualia, Roberto Collatina «alle quali va aggiunta la necessità che i singoli Governi e in particolare il nostro si attivino per offrire l’indispensabile supporto alla filiera produttiva con investimenti straordinari adeguati».
La relazione della Corte dei conti Ue, in particolare, puntava il dito sulla mancanza di «un quadro (normativo, ndr) efficace per affrontare le carenze» e che «le misure volte ad affrontare le cause di tali carenze sono ancora in una fase iniziale». Per tale ragione, la Commissione Ue dovrebbe «avviare un’azione coordinata per affrontare le cause profonde delle carenze e migliorare il funzionamento del mercato unico dei medicinali».
«È rimasto ormai è poco tempo» conclude Collatina «per evitare le conseguenze di una crisi di sostenibilità senza precedenti che, se non contrastata, si tradurrà nel definitivo ritiro dal mercato di medicinali di uso ampio e consolidato, specie per i pazienti cronici».